Page 2 of 2
1 2

Argentina: Seminario Internacional «Políticas de formación docente inicial y continua»

América del Sur/Argentina/Octubre de 2016/Fuente: Rosario 3

La Oficina Regional para América Latina del Instituto Internacional de Planeamiento de la Educación de la UNESCO convocan a participar del Seminario Internacional «Políticas de formación docente inicial y continua». El encuentro tendrá lugar los días 8 y 9 de noviembre en el Centro Cultural de la Ciencia, Tecnología e Innovación Productiva, Godoy Cruz 2270, de la Ciudad Autónoma de Buenos Aires.

La UNESCO y el IIPE vienen subrayando la prioridad de la temática docente en cuestiones vinculadas con la formación de calidad, el desarrollo profesional, las condiciones que definen la carrera y otros aspectos a ser tenidos en cuenta para el diseño de políticas en la materia.

La problemática de la formación docente, debe ser comprendida en marcos amplios, que contemplen los desafíos de escenarios complejos para la educación. En el caso de la formación continua o permanente, es menester identificar políticas que promuevan la actualización de los docentes a lo largo de su trayectoria, atendiendo a la vez, a las demandas de los sistemas educativos.

A través del sitio web del seminario www.buenosaires.iipe.unesco.org/seminario-internacional/ el docente podrá registrarse y seguir los paneles de expositores en simultáneo durante el evento.

Participarán del encuentro: Gloria Calvo (Colombia), Cristian Cox Donoso (Chile, a confirmar), Monserrat Creamer (Ecuador), Ricardo Cuenca (Perú), Mariano Fernández Enguita (España), María Figueroa (Colombia), Laura Fumagalli (Argentina), Ana Laura Martínez (Uruguay), Sylvia Schmelkes del Valle (México), Emilio Tenti Fanfani (Argentina), Cecilia Veleda (Argentina).

El seminario se desarrollará bajo la forma presencial abierto al público, con transmisión simultánea por Internet. La participación es libre y gratuita y se otorgará certificado de asistencia para ambas modalidades.

El seminario abordará los siguientes ejes:

– Políticas de formación docente inicial y continua en América Latina.
– Ser docente hoy en América Latina: desarrollo profesional y carrera docente.
– El conocimiento requerido para la toma de decisiones: los aportes de la investigación.

Más info: iipeseminario@iipe-buenosaires.org.ar

Fuente: https://www.rosario3.com/noticias/Seminario-Internacional-Politicas-de-formacion-docente-inicial-y-continua-20161019-0036.html

Foto de archivo

Comparte este contenido:

Italia; Giannini: “Al via Piano da 325 milioni per la formazione dei docenti. Valorizzare la crescita professionale degli insegnanti è uno dei pilastri per il miglioramento del sistema”

Italia/Roma/MINed

piano-per-la-formazione-dei-docenti-il-documento-1-638Resumen: La mayor asignación de recursos históricamente destinada a ofrecer una mayor calidad en la formación de las y los docentes en nueve prioridades nacionales de formación, son las principales novedades del plan nacional para la formación docente presentados esta semana por el Ministerio de Educación, Universidad e Investigación,  por la ministra Stefania Giannini a la presencia de tres invitados internacionales: Andreas Schleicher , jefe de la Dirección de Educación de la ‘ OCDE , Jordan Naidoo , director de la División de Educación en 2030 Apoyo y Coordinación de la ‘ Unesco , y Oon Tan Seng , director del Instituto Nacional de Educación de Singapur. El Plan lanzado tiene una inversión de 325 millones de euros para la formación permanente de los profesores, que se convierte en obligatoria y permanente como se esperaba en la ley  por la buena escuela . A estos recursos se suman los 1,1 millones de dólares de la tarjeta maestra , para un total de 1.4 mil millones asignados en el período 2016/2019 para la actualización y el desarrollo profesional de los maestros. Estarán involucrados en el plan de formación todos los profesores, para un total de alrededor de 750.000 , por lo que se pretende ofrecer actividades de formación para todo el personal escolar. Son Nueve las prioridades temáticas : la alfabetización digital, los idiomas, el trabajo por la alternancia de inclusión escolar, la prevención de los problemas de la juventud, la enseñanza de la autonomía. La calidad de los cursos se realizará mediante nuevos procedimientos de acreditación a nivel nacional de proveedores de formación que también le permitirá controlar el estándar ofrecido. Se hizo una inversión específica en la investigación en este campo para facilitar la financiación, recogida y difusión de las mejores inicio educativa

Più risorse rispetto al passato, una maggiore qualità dei percorsi formativi, nove priorità nazionali di formazione individuate dal Ministero da declinare all’interno di percorsi personalizzati per ciascun docente. Sono le principali novità del Piano nazionale per la formazione degli insegnanti presentato oggi dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini alla presenza di  tre ospiti internazionali: Andreas Schleicher, Direttore del Directorate of Education dell’Ocse, Jordan Naidoo, Direttore della Divisione Education 2030 Support and Coordination dell’Unesco, e Oon Seng Tan, Direttore del National Institute of Education di Singapore. Al centro della mattinata, il dibattito sull’importanza della crescita professionale dei docenti come pilastro del miglioramento dei sistemi educativi.
Il Piano lanciato oggi prevede un investimento di 325 milioni di euro per la formazione in servizio degli insegnanti, che diventa obbligatoria e permanente come previsto dalla legge Buona Scuola. A queste risorse si aggiungono gli 1,1 miliardi della Carta del docente, per un totale di 1,4 miliardi stanziati nel periodo 2016/2019 per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale del corpo insegnante. Saranno coinvolti nel Piano di formazione tutti i docenti di ruolo, per un totale di circa 750.000, e sono previste azioni formative per tutto il personale scolastico.Nove le priorità tematiche: dal digitale, alle lingue, dall’alternanza scuola lavoro all’inclusione, alla prevenzione del disagio giovanile, all’autonomia didattica. La qualità dei percorsi sarà assicurata attraverso nuove procedure di accreditamento a livello nazionale dei soggetti erogatori che consentiranno anche di monitorare gli standard offerti. Sarà fatto un investimento specifico sulla ricerca in questo campo per favorire il finanziamento, la raccolta e diffusione delle migliori startup formative. Le migliori pratiche formative, grazie alla collaborazione con INDIRE (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa), saranno inoltre raccolte in una biblioteca delle innovazioni. Ogni docente avrà un proprio Piano di formazione individuale che entrerà a far parte di unportfolio digitale contenente la storia formativa e professionale dell’insegnante. I bisogni di formazione individuale confluiranno nel Piano di ciascuna scuola: la formazione diventa infatti uno dei cardini del miglioramento dell’offerta formativa. Fra i pilastri del Piano, la formazione sulle lingue, che coinvolgerà 130.000 insegnanti prevedendo l’innalzamento del livello di competenza linguistica e percorsi sulla metodologia CLIL.
“Il Piano che presentiamo oggi ci allinea ai migliori standard internazionali. Si tratta di un Piano organico, immediatamente attuabile, che mette al centro lo sviluppo della professionalità dei nostri insegnanti”, ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini. “Con la Buona Scuola investiamo finalmente nel nostro capitale umano. Fino ad oggi i docenti sono stati destinatari di azioni di formazione frammentate, senza un framework di lavoro e priorità nazionali di riferimento. Alla formazione venivano destinate risorse limitate. L’inversione di tendenza è netta: nel triennio 2013-2016 sono stati investiti su questo capitolo appena 18,5 milioni. Oggi ne investiamo 325, solo per i percorsi di formazione. Un sistema educativo di qualità non può prescindere dallo sviluppo professionale dei propri docenti – ha proseguito il Ministro -. Si tratta di un obiettivo strategico essenziale. Siamo davanti ad un cambio di paradigma culturale: da oggi ciascun docente sarà inserito in un percorso di miglioramento lungo tutto l’arco delle sua vita professionale. Abbiamo immaginato la formazione in servizio come un ambiente di apprendimento permanente, un sistema di opportunità di crescita costante per l’intera comunità scolastica”.
“Il lancio di questo Piano rappresenta per l’Italia un traguardo importante nelle politiche di miglioramento del sistema scolastico. L’approccio più sistematico sulla formazione è di buon auspicio per lo sviluppo della professione docente. Il Piano farà crescere la qualità dell’insegnamento e avrà ricadute positive su scuole e studenti”, ha sottolineato Oon Seng Tan, Direttore dell’Institute of Education di Singapore.

“La qualità dell’istruzione non può mai prescindere da quella dei docenti. Proprio per questo le aspettative nei confronti degli insegnanti sono molto alte. Ci aspettiamo che abbiano una profonda conoscenza di ciò che insegnano, che siano appassionati, che sappiano coinvolgere gli studenti, che sappiano rispondere ai loro differenti bisogni, che promuovano l’inclusione e la coesione sociale, che lavorino in team e siano collaborativi con le altre scuole e con le famiglie. Ma per raggiungere questi obiettivi, il sistema di istruzione deve porre la massima attenzione a come i docenti vengono reclutati, alla loro formazione iniziale, alla formazione in servizio, a come premiare i migliori, ma anche sostenere quelli che stanno cercando di migliorare”, ha aggiunto Andreas Schleicher.

Presente anche l’Unesco, nella persona di Jordan Naidoo, Direttore della Education 2030 Support and Coordination Division. “Questo Piano rappresenta un passo avanti fondamentale per il sistema educativo italiano e per gli obiettivi che, globalmente, l’UNESCO conduce per il rafforzamento della professione docente nel mondo”, ha spiegato Naidoo. “Un miglior allineamento tra il sistema educativo italiano e standard internazionali non potrà che portare a una collaborazione più forte tra Governo Italiano e Unesco”.
Il Piano, ecco cosa cambia
La formazione (comma 124 della legge Buona Scuola) diventa “obbligatoria, permanente e strutturale”. Tutti i 750.000 docenti di ruolo saranno coinvolti.
Il Piano definisce con chiarezza gli obiettivi per il prossimo triennio. Per la prima volta sono previste 9 priorità tematiche nazionali per la formazione:

  • Lingue straniere;
  • Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento;
  • Scuola e lavoro;
  • Autonomia didattica e organizzativa;
  • Valutazione e miglioramento;
  • Didattica per competenze e innovazione metodologica;
  • Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale;
  • Inclusione e disabilità;
  • Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile.

Il Miur assume la regia nazionale della formazione: stabilisce le priorità, ripartisce le risorse, monitora i risultati delle attività, sviluppa accordi nazionali con partner della formazione. Le scuole, sulla base delle esigenze formative espresse dai singoli docenti attraverso i Piani individuali di formazione, progetteranno eorganizzeranno, anche in reti di scuole, la formazione del personale. Ogni docente avrà un portfolio digitale che raccoglierà esperienze professionali, qualifiche, certificazioni, attività di ricerca e pubblicazioni, storia formativa. Le attività formative saranno incardinate nel Piano dell’Offerta e saranno perciò coerenti con il progetto didattico di ciascun istituto. La formazione potrà svolgersi in modo diversificato: con lezioni in presenza o a distanza, attraverso una documentata sperimentazione didattica, attraverso la progettazione.
Saranno finanziate le migliori ‘startup della formazione’: il Miur promuoverà la ricerca, la sperimentazione, incentivandole a lavorare insieme a strutture scientifiche e professionali per la costruzione di percorsi innovativi di formazione. In collaborazione con INDIRE sarà realizzata una Biblioteca digitale scientificamente documentata delle migliori attività didattiche e formative.

Fuente: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs0

Comparte este contenido:

Fiji: Civic education for 25 teachers

Oceanía/Fiji/16 de Septiembre de 2016/Autor: Serafina Silaitoga/Fuente: The Fijis Times On Line

RESUMEN:  Ayer en el taller de Educación Parlamentaria en Labasa, 25 maestros de todo el norte se les enseñó las diferentes maneras que podían entender fácilmente los estudiantes sobre el papel del Parlamento. Vatimosi Delailovu, Gerente de Educación Cívica del Parlamento, dijo que  uno de los módulos era tener dramas o juegos de rol de un Parlamento. Añadió que esto podría hacerse en las aulas para que los estudiantes entendieran mejor el proceso. Los módulos pronto estarán disponibles para que los maestros los utilicen en la enseñanza de los estudiantes sobre las funciones y operaciones del Parlamento.

Modules will soon be available for teachers to use while teaching students about the roles and operations of Parliament.

At the Parliamentary Education workshop in Labasa yesterday, 25 teachers from around the North were taught the different ways students could easily understand the roles of Parliament.

Parliament’s civic education manager Vatimosi Delailovu said one of the modules was to have dramas or role plays of a Parliament sitting.

He added this could be done in classrooms for students to better understand the process.

«So when students are watching parliament sitting on television, they have an idea of what is happening because they have been taught in schools through the modules we are preparing.

«This workshop is a parliamentary initiative program known as ‘Our Say Program’.»

The workshop, which is the second to be organised at national level is aimed at training educators to effectively approach Parliament Education with students.

Fuente: http://www.fijitimes.com/story.aspx?id=370760

Comparte este contenido:

Es necesario definir qué se espera de los maestros

Por: El Clarín

La escuela y el maestro hace tiempo que no están más allá de toda sospecha, como solían estarlo en otras épocas históricas. Hoy todos quieren reformar la educación y la formación docente. Si nos atenemos a lo que se espera de los enseñantes desde diversos ámbitos (periodístico, técnico, pedagógico, político, etcétera) podríamos imaginar que el maestro debería ser una especie de «mezcla» un tanto improbable y hasta «monstruosa» de apóstol, sacerdote, sabio, científico, profesional, mago, héroe, funcionario y trabajador, entre otras cosas.

Debe ser un apóstol y santo, porque para muchos es una verdadera vocación, en la medida que se asocia con una función social trascendente que exige mucho compromiso emocional y afectivo, entrega muchas veces incondicional, desinterés personal e interés en el bien general y la felicidad de las nuevas generaciones; un mago, porque muchas veces se le exige hacer mucho con poco, multiplicando los pocos recursos de que dispone; un héroe, pues muchas veces debe luchar contra obstáculos y peligros varios. También debe ser un profesional y científico, pues se le exige dominar conocimientos cada vez más complejos, pero no solo eso, se espera de él que sea un investigador y que «construya conocimientos» (cosa que no se les exige a los médicos o los ingenieros, por ejemplo).

Para cualquier sistema de formación resulta una misión imposible producir docentes que satisfagan estas expectativas tan irrealistas y hasta contradictorias. El trabajo real que realizan los docentes se aleja considerablemente de estas prescripciones. Por otra parte, las condiciones en que lo realizan distan mucho de ser las ideales.

Antes de ponerse a prescribir cómo debe ser formado un docente, es preciso preguntarse qué es lo que la sociedad puede y debe esperar de la escuela y los maestros. No basta con un listado de contenidos o con especificar competencias, conocimientos y valores. Es preciso establecer prioridades y no pedirle todo a la educación general básica. En la sociedad actual hay que discutir y establecer una nueva división del trabajo de socialización de las nuevas generaciones entre familia, maestros, medios masivos de comunicación, iglesias, aparatos de producción y difusión de bienes culturales y otras instituciones que acompañan el desarrollo de la infancia y la adolescencia.

Habrá que pedirle a la escuela que haga lo que es importante y lo que solo ella puede hacer en mejores condiciones y en forma masiva. Solo a partir de esta definición se podrán diseñar políticas de formación docente realistas, efectivas y pertinentes.

Fuentes: http://www.entornointeligente.com/articulo/8917077/Es-necesario-definir-queacute;-se-espera-de-los-maestros-09092016

Fuente de la Imagen: https://www.google.co.ve/search?q=el+clarin&hl=es-419&biw=1024&bih=445&site=webhp&source=lnms&tbm=isch&sa=X&sqi=2&ved=0ahUKEwi2kon56YPPAhWDWh4KHUsOBNsQ_AUIBygC#hl=es-419&tbm=isch&q=Es+necesario+definir+qu%C3%A9+se+espera+de+los+maestros+&imgrc=ve5f8qCfihfJlM%3A

Comparte este contenido:
Page 2 of 2
1 2