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Promueven en Italia días de lectura en voz alta en las escuelas

Europa/Italia/11 Octubre 2018/Fuente: Prensa Latina

La campaña Libriamoci, dirigida a incentivar la lectura entre niños y adolescentes en las escuelas italianas, retornará del 22 al 27 de octubre, anunció hoy el Ministerio de Bienes y Actividades Culturales.
Promovida también por el Ministerio de Educación y el Centro de Libros y Lectura, la quinta edición del evento propondrá incluir en los seis días de actividades escolares de la semana momentos de lectura en voz alta, libre de cualquier evaluación escolar, por lo que significa para el crecimiento emocional y cognitivo del alumno.

Sugiere también a los profesores tres líneas temáticas, entre ellas leer como libertad a favor de desarrollar un pensamiento crítico y 2018 Año Europeo del Patrimonio Cultural, con temas relacionados con el arte y la cultura.

La tercera propuesta se denomina 200 años: Âífeliz cumpleaños Frankenstein! , obra maestra de Mary Shelley, de amplias aristas de reflexión como la frontera entre ciencia y la ciencia-ficción, la investigación científica y los dilemas éticos de hasta dónde es capaz el ser humano.

Con tales fines se dispuso una plataforma digital como espacio de información para el intercambio de buenas prácticas, relatar experiencias, ofrecer sugerencias, buscar colaboraciones y coordinar proyectos para profesores, bibliotecarios, libreros, editores, asociaciones, escritores, actores e ilustradores.

En esta edición, Libriamoci se sumará a la campaña nacional #ioleggoperché 2018, organizada por cuarta ocasión por la Asociación de Editores de Italia, dirigida a la creación y el fortalecimiento de bibliotecas escolares y a la donación de libros a esas instituciones, la cual se desarrollará del 20 al 28 de octubre próximo.

Fuente: https://www.prensa-latina.cu/index.php?o=rn&id=218361&SEO=promueven-en-italia-dias-de-lectura-en-voz-alta-en-las-escuelas
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Milioni di bambini rifugiati senza istruzione secondo il rapporto UNHCR ‘Turn the Tide: Refugee Education in Crisis’

Europa/Italia/05.09.18/Fonte: www.unhcr.it.

Secondo un rapporto pubblicato oggi dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, quattro milioni di bambini rifugiati non frequentano la scuola, un aumento di mezzo milione in un solo anno.

Il rapporto Turn the Tide: Refugee Education in Crisis evidenzia come, nonostante gli sforzi dei governi, dell’UNHCR e dei suoi partner, l’iscrizione dei bambini rifugiati a scuola non riesca a tenere il passo con la crescente popolazione di rifugiati. A fine 2017, si calcolavano oltre 25,4 milioni di rifugiati nel mondo, di cui 19,9 milioni sotto il mandato dell’UNHCR. Più della metà, il 52%, erano minori e tra questi 7,4 milioni erano in età scolare.

“L’istruzione è un modo per aiutare i bambini a guarire, ma è anche la chiave per ricostruire il loro Paese”, ha affermato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Senza istruzione, il futuro di questi bambini e delle loro comunità sarà irrimediabilmente danneggiato”.

Solo il 61% dei bambini rifugiati frequenta la scuola primaria, rispetto al 92% dei bambini nel mondo.

Con l’età, il divario aumenta. Quasi due terzi dei bambini rifugiati che frequentano la scuola elementare non continuano gli studi. In totale, il 23% dei bambini rifugiati frequenta la scuola secondaria, rispetto all’84% dei bambini su scala globale.

Per quanto riguarda l’istruzione superiore, la situazione è particolarmente critica: se nel mondo l’iscrizione scolastica a tale livello è pari al 37%, nel caso dei rifugiati la percentuale scende all’1%, una cifra che nel corso degli ultimi tre anni non è cambiata.

“La scuola è il primo posto in cui i bambini rifugiati trovano una qualche normalità dopo mesi, se non addirittura anni”, aggiunge Grandi. “Sulla base dei modelli attuali, se non vengono effettuati investimenti urgenti, altre centinaia di migliaia di bambini diventeranno parte di questi dati allarmanti”.

Il rapporto mette in evidenza i progressi compiuti da coloro che hanno sottoscritto la Dichiarazione di New York per i Rifugiati e i Migranti, impegnandosi a garantire l’iscrizione a scuola di 500.000 bambini rifugiati senza istruzione nel 2017. Sollecita inoltre a far di più per consentire a tutti i rifugiati di beneficiare dell’istruzione di qualità che meritano.

Il rapporto invita i Paesi che accolgono bambini rifugiati ad iscriverli nei sistemi scolastici nazionali, con programmi di studio adeguati, per tutta la scuola primaria e secondaria, affinché possano ottenere un titolo valido per proseguire gli studi universitari o per intraprendere un percorso di formazione professionale superiore.

Nel rapporto viene anche ricordato che i Paesi nelle regioni in via di sviluppo ospitano il 92% dei rifugiati in età scolare a livello globale e necessitano di un maggiore sostegno finanziario da parte della comunità internazionale.

Infine, il rapporto invita a instaurare partnership più solide con il settore privato, le organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo e i governi per incrementare le soluzioni sostenibili per l’istruzione dei rifugiati.

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La versione integrale del rapporto Turn the Tide: Refugee Education in Crisis in inglese è disponibile qui.

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Informazioni sul rapporto

Turn the Tide: Refugee Education in Crisis è il terzo rapporto annuale sull’istruzione dell’UNHCR. Il primo, Missing Out, è stato pubblicato in occasione del Summit dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per i Rifugiati e i Migranti svoltosi nel settembre 2016. Sollecitava i donatori a fornire finanziamenti pluriennali e sicuri a sostegno dell’istruzione dei rifugiati. Il secondo, Left Behind, è stato pubblicato nel 2017 e ha evidenziato il divario tra le opportunità di cui beneficiano i bambini rifugiati e i loro pari non rifugiati e invitava a considerare l’educazione come un elemento fondamentale per rispondere alle emergenze dei rifugiati.

Il rapporto contiene una prefazione di Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e le osservazioni finali dell’Inviata Speciale dell’UNHCR Angelina Jolie.

Informazioni sull’UNHCR

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, guida l’azione internazionale volta alla protezione delle persone costrette ad abbandonare le proprie case a causa di conflitti e persecuzioni. Fornisce assistenza salva-vita come alloggi, cibo e acqua; contribuisce a salvaguardare i diritti umani fondamentali e sviluppa soluzioni che garantiscano alle persone un luogo sicuro che possano chiamare casa e dove possano costruire un futuro migliore. Si adopera inoltre per garantire che gli apolidi possano ottenere una cittadinanza.

Contatti Media a Ginevra:

Altri Contatti Media:

Fonte delle notizie: https://www.unhcr.it/news/milioni-bambini-rifugiati-senza-istruzione-secondo-rapporto-unhcr-turn-the-tide-refugee-education-crisis.html

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Salvini propone la vuelta de la «mili» para educar a los jóvenes italianos

Europa/Italia/20.08.18/Fuente: www.abc.es.

La propuesta del ministro del Interior no ha tenido buena acogida entre sus colegas de Gobierno más directamente afectados

«Es necesario el servicio militar obligatorio para enseñar la educación a los jóvenes. Sirve para enseñarles la educación que los padres no dan». Esta propuesta de implantar nuevamente la «mili» , que fue abolida en el año 2004, realizada ahora por el vicepresidente del gobierno y ministro del InteriorMatteo Salvini, está creando polémica y debate en Italia. Salvini, líder de la Liga, sigue en plena campaña electoral por Italia, pensando ya en próximas elecciones regionales y en las europeas del año próximo. En un mitin en Lesina, municipio de 6.500 habitantes en la región de Apulia, al sur del país, lanzó la hipótesis del servicio militar obligatorio con estos argumentos: «Me gustaría que además de los derechos volvieran los deberes»; frente a casos de falta de educación y sentido cívico, «haremos bien en estudiar costes, modos y tiempos para valorar si, cómo y cuándo reintroducir durante algunos meses el servicio militar, el servicio civil para nuestros chicos y chicas, así al menos aprenden un poco de educación que mamma y papá no están en condiciones de enseñar», afirmó el ministro del Interior.

Para afrontar el terrorismo

La idea de Salvini de un retorno de la «mili» obligatoria en Italia no es nueva. Ya en febrero pasado presentó en el Parlamento, junto con otros miembros de la Liga, un proyecto de ley para reintroducir el servicio militar sobre una base regional durante seis meses. Según Salvini, esta reforma no solo tendría una función educativa, sino también para afrontar los peligros del terrorismo: «Pienso que frente a la amenaza del terrorismo, un ejército con jóvenes en servicio militar es mejor para la democracia», afirmó Matteo Salvini.

«Idea romántica»

La propuesta del ministro del Interior no ha tenido buena acogida entre sus colegas de Gobierno más directamente afectados. La ministra de Defensa, Elisabetta Trenta, la ha calificado de «idea romántica» y la ha rechazado por «no ser acorde con los tiempos que ahora vivimos»: «Nuestros militares son y deben ser profesionales», ha dicho la ministra Trenta. En la derecha tampoco ha sido bien recibida la propuesta, mientras en el Movimiento 5 Estrellas, partido en el gobierno en coalición con la Liga, se considera que es una «idea anacrónica». Los mismo se piensa en las redes sociales. En definitiva, la Liga se queda prácticamente sola en la defensa de la propuesta de su líder Salvini para reintroducir el servicio militar obligatorio.

Fuente de la noticia: https://www.abc.es/internacional/abci-salvini-propone-reintroducir-mili-para-educar-jovenes-italianos-201808131556_noticia.html

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Italia: Salvini propone un servicio militar y civil para jóvenes en Italia

Europa/Italia/14.08.18/Fuente: www.europapress.es

Salvini propone un servicio militar y civil para jóvenes en Italia

El ministro del Interior de Italia, Matteo Salvini, ha afirmado que el Gobierno que conforman la Liga y el Movimiento 5 Estrellas (M5S) estudia la recuperación de un servicio militar o civil obligatorio para jóvenes, «para recordar a nuestros hijos que, además de derechos, también hay deberes».

A pesar de que la ministra de Defensa, Elisabetta Trenta, del M5S, ya se ha expresado en contra de esta medida por considerarla «no acorde con los tiempos», Salvini insistió el sábado en su propuesta durante un acto en Lesina –región de Apulia–, donde ha inaugurado una nueva sede de la Lila.

«Hacemos bien en estudiar si reintroducir, cómo y cuándo, algún tipo de servicio militar, de servicio civil para nuestros niños y nuestras niñas, de tal forma que aprendan algo de la educación que mamá y papá no están en condiciones de enseñarles», informa el periódico ‘La Repubblica’.

Salvini, que también ejerce de viceprimer ministro, ha retomado el tema este domingo en su cuenta de Twitter. «Reintroducir el servicio militar y civil para recordar a nuestros hijos que, además de derechos, también hay deberes. ¿Estás de acuerdo?», ha planteado.

El debate se suma a otros similares surgidos en los últimos meses en países europeos. En Francia, el presidente, Emmanuel Macron, se ha mostrado partidario de recuperar un servicio obligatorio no necesariamente militar, mientras que una facción de la Unión Cristiano Demócrata (CDU) de Angela Merkel también ha abogado por una iniciativa similar en Alemania.

Fuente de la noticia:  http://www.europapress.es/internacional/noticia-salvini-propone-servicio-militar-civil-jovenes-italia-20180812111734.html

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Italia: Un Banco Rojo para prevenir la violencia de género

Europa/Italia/lacapital.com.ar/Marcela Isaías

Se trata de un proyecto contra los femicidios nacido en Italia. Se replicó en una escuela de Granadero Baigorria.

En 2010 a Wanda Taddei quien le juraba amarla le prendió fuego. La joven agonizó once días hasta su muerte. Su pareja, el músico Eduardo Vázquez, está entre rejas cadena perpetua porque nunca se dejó de buscar justicia. La madre y el padre de Wanda se prometieron que este horror no podía, no puede repetirse, y se volcaron de lleno a recorrer cuantos espacios los inviten, entre ellos las escuelas del país. El mensaje que llevan es preventivo y lleno de amor: que no haya más femicidios, que lo que le pasó a su hija no ocurra más, que las chicas y los chicos puedan construir relaciones no violentas. Un trabajo que resumen en un proyecto conocido como Banco Rojo, que la semana pasada encontró como protagonista a la Escuela Técnica Nº 550 de Granadero Baigorria.

La idea del Banco Rojo surgió en Perugia, Italia y se hizo pública allí por primera vez el 25 de noviembre de 2016 en el Día Internacional de Eliminación de la Violencia hacia las Mujeres. La Panchina Rossa o el Banco Rojo es hoy un símbolo universal para representar el lugar ocupado por mujeres víctimas de femicidios. En la Argentina lo difunde Beatriz Regal, la mamá de Wanda Taddei con la intención de concientizar, hacer visibles estos crímenes que en la Argentina registran un asesinato cada 30 horas (dato aportado por la ONG, Mujeres de la Matria Latinoamericana).

Beatriz Regal y su esposo Jorge Taddei llegaron a Granadero Baigorria invitados por el Area de Género de la Municipalidad de esa ciudad, y participaron de un trabajo conjunto con la Técnica 550. La conclusión de esta actividad —que se extendió por dos jornadas— llegó el viernes pasado cuando presentaron el Banco Rojo. Los estudiantes le sumaron la frase que es parte de esta campaña: «En memoria de todas las mujeres asesinadas por quienes decían «amarlas…»»; y un número de teléfono (3412175947) para que se repita, se recuerde, se comparta y sirva a quienes necesitan ayuda. El banco, la frase, el número telefónico tienen ese sentido de alerta y de prevención.

El plan original en Baigorria era que ese Banco Rojo quedase en un espacio público, en este caso en la plaza Santa Rita, muy cerca de un centro de salud, de la Técnica 550. El mal tiempo de esa jornada los hizo cambiar de rumbo y el banco ahora está en el patio de esta escuela de Chaco 460. La intención es que se convierta itinerante, que recorra las escuelas de esta ciudad, con un trabajo previo de sensibilización. También que chicas y chicos les vayan inscribiendo sus propios mensajes.

«Nosotros ya no podemos ir para atrás. Sí podemos salir de la indiferencia, en este momento muchas organizaciones del país hacen prevención de la violencia, también escuelas como estas que seguramente van a ayudar. Es importante la comunicación que exista a partir de un banco, que parece que no fuera nada pero significa mucho», comparte Beatriz Regal desde el salón de actos de la Técnica 550 para estudiantes y docentes. Beatriz rescata las charlas de concientización realizadas en las aulas, las acciones que se puedan planificar en forma conjunta, por muy pequeñas que parezcan, como la importancia de que se haga visible un número de contacto. «Siempre decimos que pongan un número de teléfono porque lo ves una, dos y tres veces… y en algún momento vas a pensar en llamar. Por eso es tan importante que estos bancos se repliquen en todos los lugares posibles. Es algo que tenemos que hacer en función de la prevención», confía.

Beatriz rescata el trabajo que hacen con las escuelas, en especial la recepción de la propuesta que llevan y que los propios estudiantes se encargan de difundir luego y a su manera. Visitas que hacen a las primarias con los más chicos hasta con las universidades. En cada encuentro la idea se enriquece y toma la forma del lenguaje que los jóvenes y docentes quieren darle. Como cuando fueron a una plaza y se encontraron con quienes cantaban y se manifestaban artísticamente; o aquella vez que un grupo de secundarios armó una especie de café literario con una obra de teatro incluida, que abordaba la problemática de la violencia de género. «Esa vez, los estudiantes nos dieron clases a nosotros, en un lugar lleno de mariposas, como mi casa que está así en homenaje a Las Mirabal (las hermanas asesinadas por el régimen del dictador dominicano Rafael Trujillo) y para recordar a las víctimas. Había miles de mariposas en la escuela hechas por todos los chicos», repasa sobre una de las devoluciones que les llegó.

Cultura patriarcal

La repercusión que tuvo la propuesta en Baigorria no fue diferente. Beatriz agradece y resalta la iniciativa del Area de Género municipal, de las familias de víctimas de femicidio que se acercaron y de las ONGs que coordinaron los talleres. También el compromiso asumido por la Técnica de esta ciudad.

En ese mismo patio escolar, también se escuchan las palabras de Jorge Taddei y Miguel Pereyra, el padre de otra víctima de violencia. Uno y otro les hablan a las chicas y a los chicos. A las primeras para que no dejen pasar ningún maltrato, a los segundos para invitarlos a revisar la cultura patriarcal.

«Nosotros venimos a dar las charlas porque desgraciadamente hemos sufrido en nuestras hijas la violencia, para que a ustedes no les pase, porque a nosotros ya nos pasó. No esperen un insulto, una zamarreada, a tiempo digan que «no», se tienen que ir directamente», dicen y les piden a los varones que piensen en sus parejas, en las hijas que pueden tener, en no llorarlas.

«La lucha contra la violencia hacia la mujer es definitivamente la lucha por una sociedad más igualitaria», reflexiona Jorge Taddei en voz alta y hace un breve recorrido por lo que han pasado las mujeres para acceder a espacios públicos y ganar en derechos. «Es un camino que se visualiza en cada edición de «Ni una menos», en que salimos a la calle. Este es el camino para tener una sociedad mejor e igualitaria y terminar con el estigma del patriarcado», enfatiza en su discurso.

Debates en la escuela

Un grupo de 6º año de la Técnica opina que la actividad realizada es muy valiosa, y que se suma a otras que en esta misma línea de trabajo ya realizan en la escuela. Agustina Altamirano y Florencia Arévalo dicen que la idea del Banco Rojo sirve «para representar la memoria de las mujeres asesinadas, víctimas de femicidios» y por eso está «muy bueno que estos bancos estén en distintos lugares públicos». También para recordar que «el amor no mata». Les dan la razón al sentido preventivo que tienen estas actividades: «Muchas mujeres no se animan a hablar, y por ahí tenemos un familiar o amigo a quien ayudar. A veces estas cosas (maltrato) se naturalizan».

Nicolás Benítez, también de 6º año, asegura que problemáticas como la violencia de género están siempre presentes en la agenda de reflexiones de su escuela. «Nuestra vicedirectora nos habla siempre, hacemos debates, está bueno que se trate». Nicolás confía en los jóvenes, en cómo están siendo formados: «Es una generación más abierta, hay cosas que antes no se hablaban y ahora sí, como el tema del aborto».

La vicedirectora Mariana Rossi saluda el proyecto del Banco Rojo que le acercó la Municipalidad. Lo toma como parte de un trabajo institucional enmarcado en la educación sexual integral y otras leyes que se complementan con esta enseñanza obligatoria. Entiende que la puesta en práctica de estas iniciativas contribuye a formar relaciones respetuosas y una mejor convivencia. Lo explicita al final de esa jornada de concientización que lleva el nombre de Banco Rojo con una convicción: «Nuestra escuela ya no va ser la misma, y eso es lo importante».

La intención es que el Banco Rojo se vuelva itinerante y recorra las escuelas de Baigorria, llevando el mensaje de memorio y prevención»

«El banco rojo de la memoria viva, un símbolo de lucha y de justicia… Nos tatuamos la conciencia poniéndole palabras al silencio, porque el amor no olvida, porque el amor no mata», dice parte del poema de Paola Ippólito El banco rojo, escrito a propósito de esta movida que recorre las escuelas del país. Una copia ilustrada de este texto lo recibe la coordinadora del Area de la Mujer de Granadero Baigorria, Patricia Molina, de manos de Beatriz Regal al final de la jornada del viernes 27 de julio pasado.

El Area de Género es nueva en la ciudad. Empezó a funcionar como tal este año. Se generó desde abajo, a petición de quienes trabajan en los barrios. «Siempre escuché el intercambio entre el saber, el estar y el hacer», dice Patricia Molina para resumir cómo se origina y trabaja el área a su cargo. Rescata que esa tarea se dé en lo diario con las ONGs que trabajan en las problemáticas de género, como Las Mirabal.

En ese trayecto se van encontrando con diferentes experiencias y propuestas que buscan sensibilizar, informar sobre esta problemática. Así se contactan con Beatriz Regal y el proyecto Banco Rojo. Una idea —cuenta Patricia Molina— que les llegó de cerca por el femicidio de Violeta Abregú (diciembre 2017). En la jornada de la Técnica 550 estaban familiares de la joven asesinada, también Miguel Pereyra, el padre de Marisol Pereyra, una de las víctimas de un cuádruple crimen ocurrido en noviembre de 2011, en La Plata.

Ese recorrido comunitario derivó en los talleres que desarrollaron en la Técnica 550 el jueves 26 de julio, y que estuvieron a cargo de las ONGs Las Mirabal y Mujeres de Negro, además de un grupo de mujeres socialistas. A través del teatro, juegos y relatos de testimonios hablaron de violencia de género y se prepararon para concretar el proyecto Banco Rojo.

Desafío cotidiano

Patricia Molina define la tarea a su cargo como un reto cotidiano, por eso considera clave unir fuerzas con las escuelas, con la educación en general y otros profesionales ligados a la salud. «Entendemos que hay que acompañar a los jóvenes y los niños a manejar la información, analizar la realidad», opina y comparte la angustia que transmiten los testimonios que recogen en el A-rea municipal.

Molina es vecinalista, dice que se siente orgullosa de trabajar en los barrios y generar desde abajo iniciativas que den respuesta a las problemáticas de género. Entre esas acciones, menciona el intercambio y tarea conjunta iniciado con las mujeres autoconvocadas del Cordón Industrial. Y sobre ese trabajo colectivo adhiere a la idea de que «un pie en el Estado y un pie en la comunidad siempre traen buenos resultados».

Luciano Maglia, Patricia Molina, Beatriz Regal, Mariana Rossi y Sebastián Kraus en la jornada de sensibilización.
Luciano Maglia, Patricia Molina, Beatriz Regal, Mariana Rossi y Sebastián Kraus en la jornada de sensibilización.

>>> Jornadas por la prevención

Las jornadas realizadas en la Técnica 550 fueron destacadas por los estudiantes como una buena experiencia de prevención. Así lo señalaron Florencia, Agustina y Nicolás, alumnos de 6º año al finalizar la presentación del Proyecto Banco Rojo. En esa actividad educativa participaron también el secretario de Promoción y Deportes de la Municipalidad de Granadero Baigorria, Luciano Maglia y el director de la Técnica anfitriona, el profesor Sebastián Kraus.

Beatriz Regal, Florencia Arévalo, Agustina Altamirano y Nicolás Benítez.
Beatriz Regal, Florencia Arévalo, Agustina Altamirano y Nicolás Benítez.
Fuente: https://www.lacapital.com.ar/educacion/un-banco-rojo-prevenir-la-violencia-genero-n1651729.html
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Italia: Madre e hija con síndrome de down se gradúan de universidad con tesis trabajada en conjunto

Europa/Italia/06.08.18/Fuente: trome.pe.

Una madre de familia en Italia y su hija quien tiene síndrome de Down protagonizaron una historia de entereza y superación personal al obtener un doctorado en comunicación juntas, en la Universidad de Calabria.

Loredana Ambrosio y su hija Francesca presentaron la tesis Crítica de la predestinación social, con el cual obtuvieron este doctorado y lo más importante, cumplir una meta que años atrás parecía imposible.

En una entrevista con La Republica de Italia, Loredana Ambrosio contó que hace veintidós años un médico diagnosticó que Francesca no iba a ser capaz de escribir nunca. Esto motivó su deseo de brindarle un educación de nivel a la pequeña.

“Fue una dura apuesta: Mucha gente me desalentó, pero yo creía en la escuela, en la cultura, en el valor del entrenamiento y quería darle a mi hija esta posibilidad. Con este espíritu la inscribí en primer grado”, contó en una entrevista para este conocido medio de Italia.

Madre e hija trabajaron juntas en este proyecto. Cada una plasmó su experiencia sobre todas las dificultades que tienen que superar las personas con síndrome de down y su entorno familiar, para llegar a cumplir metas como estudiar o graduarse en la universidad.

Loredana Ambrosio narró que tras el nacimiento de Francesca comenzó a leer textos de pedagogía, documentarme y hasta pensó en seguir la carrera de educación. «Si Francesca decidía continuar con los estudios hasta la licenciatura, me propuse seguirla y así fue», manifestó.

También contó que Francesca ha sido scout, voluntaria en la Cruz Roja, llevó clases de danza moderna y hasta se acercado al mundo del cine. Añadió que la idea de hacer esta tesis conjunta le fue propuesta por un profesor. Ambas debían realizar investigaciones independientes que iban a complementarse.

Esta historia a conmovido a toda Italia, sin embargo Loredana contó que la tarea no fue fácil. Por eso entiende a otros padres con hijos con síndrome de down, que se rinden en el intento y al final tratan de meterlos como ‘en una burbuja’.

Al respecto el rector de la Universidad de Calabria, Gino Crisci destacó el trabajo duro que han emprendido esta madre e hija de Italia.

Fuente de la noticia: https://trome.pe/mundo/italia-madre-hija-sindrome-down-graduacion-universidad-tesis-conjunta-92543

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En Italia: La Autoridad para Niños y Adolescentes (Agia) y UNICEF firman memorando de entendimiento para desarrollar acciones conjuntas en apoyo a los migrantes y refugiados menores de edad

Europa/Italia/italiannetwork.it

La Autoridad para Niños y Adolescentes (Agia) y UNICEF firmaron un memorando de entendimiento hoy, con una duración de dos años, para desarrollar acciones conjuntas en apoyo a los migrantes y refugiados menores de edad en Italia con el objetivo facilitar el proceso de empoderamiento y actividades de inclusión social, participación, promoción de sus derechos. 

De esta manera, la Autoridad para Niños, Niñas y Adolescentes y UNICEF se comprometen a trabajar juntos para promover y llevar a cabo actividades de información y sensibilización para menores extranjeros no acompañados (MSNA) sobre los derechos consagrados en la Convención de la ONU. sobre los derechos del niño (CRC).

La comunicación hará uso de un lenguaje «adecuado para niños / adolescentes», y se propondrá con el objetivo de mejorar la diversidad cultural a través de acciones que promuevan permanentemente la comparación, escucha y participación de niños y adolescentes en todas las ocasiones y oficinas oportunas, también y sobre todo a nivel institucional.

Al firmar el Memorando de Entendimiento, la Autoridad para Niños, Niñas y Adolescentes y UNICEF se comprometen particularmente a difundir el uso de la plataforma digital U-Report on the Move, que ya ha sido probado por UNICEF en más de 40 países. y se desarrolló en Italia para fomentar la escucha y el acceso a la información de jóvenes inmigrantes y refugiados (U-Reporters). Gracias a la herramienta digital, se sintió la necesidad, por parte de esta categoría de menores particularmente vulnerables, de obtener más información sobre su propio camino de recepción e inclusión y sobre los derechos sancionados por el CRC.

La plataforma digital U-Report on the Move permite a los jóvenes que se registran expresar su opinión, anónimamente, sobre los temas que les son más relevantes. En Italia, UNICEF lanzó el proyecto U-Report on the Move en 2017 en apoyo de los inmigrantes y refugiados juveniles y cuenta con más de 600 miembros. En este momento está activa en Sicilia y Calabria, y está organizado en colaboración con los socios de UNICEF, comités regionales y provinciales del UNICEF y el apoyo directo de los voluntarios de servicio comunitario. Su registro en nuestro canal a través de la página de Facebook, los miembros reciben encuestas bimensuales y pueden a su vez enviar mensajes cada vez que quieran compartir sus problemas, están particularmente preocupados. (15/06/2018-ITL / ITnet)

Fuente: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=53521

Imagen tomada de: http://www.garanteinfanzia.org/news

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