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Italia: Domani sciopero nazionale, Anief: basta dilettantismi e disastri nelle riforme sul precariato

Italia / 24 marzo 2018/Orizzontescuola

Resumen: En vísperas de la huelga nacional de la escuela, el día de la inauguración de las Cámaras, Anief pide detener los desastres causados ​​por la reforma Renzi-Giannini, a partir del nuevo reclutamiento escolar y el empleo precario.

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Alla vigilia dello sciopero nazionale della scuola, nel giorno dell’insediamento delle Camere, Anief chiede con forza di fermare i disastri causati dalla riforma Renzi-Giannini, a partire dal nuovo reclutamento scolastico e sul precariato.

 Il giovane sindacato lo ribadisce commentando le dichiarazioni di Marco Campione (PD), della segreteria tecnica del Miur, che dice la sua sulla proposta della Lega Nord di indire un nuovo PAS (percorso abilitante speciale) per docenti che hanno raggiunto i 36 mesi di servizio: sembrerebbe un déjà vu, dato che nel Decreto Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017 di fatto il percorso di abilitazione non esiste più. Fautore della proposta della Lega Nord è Mario Pittoni, che figura nella lista dei papabili come prossimo Ministro dell’Istruzione.

Dal suo blog, Marco Campione ribatte: “Per questi docenti i casi sono due. O Pittoni pensa che anche la selezione PAS fosse una cosa seria, ma allora non ha senso cambiare tutto per l’ennesima volta; oppure vuole usare i PAS per abilitare senza una vera selezione per poi lasciarli ad invecchiare nelle graduatorie: l’ennesima sanatoria sulla pelle dei nostri figli e dei precari stessi”.

Si tratta di due modi differenti di concepire la formazione iniziale degli insegnanti. Da una parte Laurea + PAS + concorso + Anno di prova + ruolo. Dall’altra Laurea + Concorso + FIT (Tirocinio e Formazione) di 3 anni (o due nel caso di docenti con tre anni di servizio) da cui scaturisce l’immissione in ruolo. Fautore della proposta per la Lega è Pittoni, che potrebbe anche diventare Ministro. La proposta, tra l’altro, arriva dopo l’ennesimo peggioramento e la conseguente confusione per quanto concerne il reclutamento e il precariato scolastico, mai scalfito, che a settembre tornerà a fare sottoscrivere 100 mila supplenze.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, risponde a Campione: “C’è bisogno di una nuova segreteria tecnica al ministero e di un nuovo ministro dell’Istruzione che risolva e non complichi il problema del precariato: tra le prime norme da attuare, c’è l’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto con lo sblocco di 150 mila immissioni in ruolo, pensionamenti a 61 anni, apertura delle GaE. Le nuove graduatorie, le “Grame”, infatti, creano ulteriore precariato, a dispetto del fatto che la reiterazione delle supplenze è contraria al diritto dell’Unione Europea. Basta traccheggiare: dopo tre anni, un docente abilitato all’insegnamento deve essere stabilizzato o risarcito, certamente non licenziato. Anche per questi motivi, domani scioperiamo e manifestiamo”.

Nel frattempo, per domani rimangono confermate le modalità dello sciopero: il raduno dei partecipanti, provenienti da tutta Italia, è previsto a partire dalle ore 9.00 in piazzale Ostiense, da dove il corteo si muoverà – al raggiungimento di almeno 2 mila partecipanti – per arrivare al Ministero dell’Istruzione, in Viale Trastevere. Nella stessa giornata, sono previsti incontri con i nuovi parlamentari eletti e i vari responsabili Scuola di partito.

Sciopero e manifestazione serviranno a rivendicare una lunga serie di nodi mai sciolti: dalla riapertura delle GaE a tutti i docenti abilitati all’insegnamento, come già avvenuto nel 2008 (Legge 169) e nel 2012 (Legge 14), attraverso l’accoglimento della soluzione legislativa proposta dall’Anief, alla la stabilizzazione di tutto il personale; dal risarcimento per l’abuso dei contratti a termine all’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto, inclusi i posti in deroga per sbloccare assunzioni e trasferimenti; dall’allineamento degli stipendi all’inflazione, con il recupero dell’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale, alla parità di trattamento tra personale assunto a tempo determinato e personale assunto a tempo indeterminato, come indicato dalle pronunce della Corte di Cassazione; dal riconoscimento del ruolo svolto dai facenti funzione Dsga e dei vicari dei dirigenti scolastici, dei nuovi profili del personale Ata e collaboratori scolastici, nonché dei servizi prestati in altro ruolo, sino ad una finestra a 61 anni per i pensionamenti di tutto il personale scolastico, allineando in tal modo l’Italia al trattamento adottato in diversi Paesi Ue

Fuente: https://www.orizzontescuola.it/domani-sciopero-nazionale-anief-basta-dilettantismi-disastri-nelle-riforme-sul-precariato/

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Italia: Scuole ex Luigine: Proges presenta il progetto e le nuove attività per l’anno 2018-2019. Aperte iscrizioni

Italia/12 de Marzo de 2018/Parmapress

Questa mattina presso la sede delle scuole primarie “Santa Rosa” e secondarie “P.G.E. Porta” in una sala affollata di famiglie e ragazzi si è svolta la presentazione del progetto educativo e delle attività formative previste per l’anno scolastico 2018-2019, per cui sono ancora aperte le iscrizioni.

“Abbiamo deciso di mettere in campo le nostre competenze e le nostre risorse – ha dichiarato Marco Papotti responsabile della linea educativa di Proges – per salvare questa realtà storica della nostra città e per rilanciarne le attività. L’identità cattolica della scuola, l’eccellente livello della sua offerta didattica e la qualità del corpo docente sono il patrimonio da preservare e da cui ripartire. Anzi, a cui dare ancora maggiore valore per migliorare l’attrattività e la dinamicità della scuola. La nostra idea è una scuola aperta alla comunità, che sappia immaginare e realizzare le sue progettualità assieme ai tanti soggetti che operano in quello spazio comune che è la dimensione educativa e educante di una città.

Il primo luogo concreto di questa condivisione – prosegue Papotti – è il costituendo Comitato d’indirizzo della scuola che vedrà rappresentati il corso di Laurea magistrale di psicologia clinica e sociale dell’Università, il Terzo settore, il mondo dell’imprenditoria e naturalmente il mondo ecclesiastico della nostra città. Stiamo terminando tutti i passaggi necessari e presto potremo rendere noti i nominativi”.

“Nelle scorse settimane di incertezza e preoccupazione per il futuro della scuola – ha dichiarato il Preside Giovanni Ronchini –, abbiamo toccato con mano una cosa rara e non scontata: questa scuola è una comunità educante dove ciascuno si sente chiamato a svolgere un ruolo, a partire dal corpo docente che non è qui per caso ma ha scelto questa scuola e il suo modello educativo, dalle famiglie che hanno mostrato prima fiducia e ora grande collaborazione, fino ai ragazzi che non hanno subito distrattamente quello che succedeva alla loro scuola ma hanno cercato di capire e di esserci. Ora ripartiamo da qui, confermando tutto quello che di buono abbiamo saputo costruire e ci è riconosciuto in termini di qualità didattica, ma con davanti un’occasione che capita a pochi: riprogettare una scuola con uno sguardo più ampio, metterci dentro nuove idee e rinnovato entusiasmo.

Assieme a Proges, ai docenti e alle famiglie – ha proseguito Ronchini – abbiamo già individuato le nuove attività che miglioreranno l’offerta formativa della scuola a partire da settembre: tra queste il doposcuola per tutti gli studenti dal lunedì al venerdì fino alle 18.00, che comprenderà attività di recupero e attività di potenziamento a cura degli insegnanti, attività ludiche a cura di educatori socio pedagogici qualificati e attività sportive con la partnership dell’associazione sportiva Montebello, uno spazio di counseling rivolto agli studenti delle secondarie, incontri formativi rivolti ai genitori riguardanti le problematiche educative più attuali, e la costituzione di uno Staff pedagogico e di un  Consiglio d’Istituto per dare uno spazio corretto e riconosciuto a genitori e insegnanti per contribuire alla vita della scuola”.

“Abbiamo trovato subito in Proges – hanno dichiarato Michela Ranieri e Lara Garaventa, insegnanti – il nostro stesso approccio educativo, basato sull’ascolto dei bisogni e il rispetto e la valorizzazione dell’unicità di ogni ragazzo, da cui partire per progettare insieme percorsi di crescita non solo in termini di competenze, ma in termini di spessore umano. Non teste piene ma teste ben fatte, è scritto nel nostro Piano dell’Offerta Formativa. Questo comune sentire ci dà grande fiducia e entusiasmo. Siamo sicuri che da oggi potremo fare ancora meglio”.

Fuente: http://www.parmapress24.it/2018/03/10/scuole-ex-luigine-proges-presenta-progetto-le-nuove-attivita-lanno-2018-2019-aperte-iscrizioni/

 

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Francesco Tonucci: «Que un niño se aburra en la escuela es algo que no se debería tolerar»

Italia / Autor: Rafel Montaner / Fuente: Levante EMV

«El colegio debería compensar lo que le falta al niño al nacer y no lo hace», denuncia el pedagogo italiano

Pedagogo. El pedagogo italiano Francesco Tonucci, «Frato», el ideólogo de los consejos de niños, visitó ayer la muestra que el Museu de les Ciències de València dedica a su obra. Allí dio una charla a más de 200 maestros sobre cómo debería ser una escuela que le guste al alumnado.

Una foto de 1944 con su grupo escolar de infantil, en aquella Italia que Mussolini metió en el abismo de la II Guerra Mundial. Está llena de niños de entre tres y cuatro años pero ninguno de ellos sonríe. Contra esta imagen lleva luchando más de medio siglo el pedagogo y dibujante italiano Francesco Tonucci, Frato (Fano, 1940). Desde que en 1968 dibujó la primera de sus famosas viñetas, en las que los niños siempre cuestionan la forma de pensar de los adultos, cada una de ellas ha sido y es un misil contra la línea de flotación de la educación tradicional. «Todo lo que hago, incluso las viñetas, es para denunciar la escuela triste», dice.

P Tras 73 años aún queda mucha tristeza en las aulas, ¿no cree?
R El problema es que existe la sensación de que una escuela que le guste a los niños no es un buen colegio. Los padres mismo, a veces, se preocupan si el niño va contento a la escuela porque piensan que esta no es seria. Esto se debe a que una escuela seria, tal como la recordamos los adultos, es la que hace sufrir a sus alumnos. Yo estoy totalmente en contra de esto. La escuela, para mí, debe ser un lugar ameno, simpático y agradable pues los niños pasan en ella mucho tiempo. Si en el trabajo la gente se encuentra bien, a gusto, trabaja mejor y produce más. La escuela es igual. Que se aburran los alumnos en ella es algo que no se debería tolerar y, sin embargo, se considera normal.

P ¿Cómo evitar que los niños se aburran en la escuela?
R Simplemente que puedan hacer lo que a cada uno le guste. Esto parece casi una propuesta anárquica, pero no lo es. Que cada niño haga lo que le gusta es permitirle que desarrolle aquello para lo que ha nacido, su vocación. García Márquez cuenta que «uno nace escritor, poeta o músico y a veces no lo sabe. Para él sería muy importante que, cuando entre por primera vez en una escuela, encuentre a alguien que le ayude a descubrir su juguete preferido». Lo más importante de la educación no es impartir el currículo, sino ayudar al niño a dar con su juguete preferido, con el que desarrollarse y ser feliz toda la vida.

P Entonces, ¿ese es el principal secreto del oficio de enseñar?
R El secreto del maestro no es enseñar, eso es lo que cuenta menos, sino educar. En la Constitución Española hay una frase muy bonita, que es la misma que está en la Declaración de los Derechos del Hombre de 1948, que es: «La educación tendrá por objeto el pleno desarrollo de la personalidad humana». No dice que el objetivo de la escuela sea la instrucción, no que aprendan el programa, sino que puedan desarrollar su naturaleza. Mi deber como maestro es desarrollar las capacidades de los niños, no enseñarles mis competencias. Yo en mi clase era siempre el mejor en dibujo, pero no le interesaba a nadie. Sufría mucho porque tenía problemas en matemáticas. Pero el maestro no me decía «como tú has nacido artista, no te preocupes, ya llegará la matemática». No estoy diciendo que hay que desarrollar solo lo que el niño quiere, pero si éste se dedica con toda su alma a ello, también desarrollará lo que le falta.

P Todos los miembros del Consejo de niños del Museo de las Ciencias de València dicen que lo que menos les gusta de la escuela son los deberes. ¿Qué opina de las tareas escolares para casa?
R Los deberes no consiguen los resultados que la escuela propone. En teoría los plantea como un refuerzo para los alumnos más débiles… Entrenar, entrenar y entrenar hasta aprender. Los que ya saben mucho no se entiende por qué tienen que hacerlos, pues para ellos es un castigo y nada más. El problema está en que los alumnos más débiles tienen también familias débiles, pues lamentablemente el éxito escolar es correlativo al nivel sociocultural de los padres. Esto es una enorme injusticia. Otra denuncia a la escuela, que debería compensar lo que le falta al niño al nacer y no lo hace. Estos niños que saben poco muchas veces no tienen una familia ni preocupada por su experiencia escolar ni capaz de ayudarles con los deberes, pues casi siempre sus padres saben menos que ellos. Si un niño necesita recuperar, eso es una competencia que la escuela no puede dejar en manos de los padres. Ese es un papel que corresponde al colegio dentro del horario escolar, con la presencia y la garantía del maestro, que es el único que sabe cómo moverse para que el niño pueda recuperar las lagunas que tiene. Además, los deberes son un abuso porque ocupan un tiempo de los niños que no es del colegio. Los escolares ya pasan cinco o seis horas al día en el colegio y eso es más que suficiente. La escuela no tiene derecho a ocupar más tiempo de la infancia. Al contrario, debería estar sumamente interesada en que los niños aprovechen el tiempo fuera del horario escolar para jugar, descubrir y vivir experiencias que poder contar en el aula. La escuela necesita de la vida de los niños, si no recibe este aporte tiene que volver al currículo y al libro de texto, y por tanto es una mala escuela.

P Dice que el objetivo de los consejos de niños es el de poner en crisis a los adultos. ¿Por qué?
R Poner en crisis nuestra forma de pensar es vital. El artículo 12 de la Convención de los Derechos del Niño de 1989 dice que los niños tienen derecho a expresar su opinión cada vez que se toman decisiones que les afectan, y que hay que tener en cuenta sus propuestas. Esto, que es ley del Estado español desde los años 90, significa que un colegio que no tenga un consejo de niños con el cual se enfrenta el director para conocer lo que piensan los alumnos es una escuela ilegal que habría que cerrar. Sin un consejo de niños el colegio es de los maestros, de los padres, de los adultos, pero no de los alumnos, que si pudieran elegir, no irían a clase. Esto es algo que no se puede soportar.

Fuente de la Entrevista:

http://www.levante-emv.com/comunitat-valenciana/2018/02/17/francesco-tonucci-nino-aburra-escuela/1680595.html

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Docentes italianos se manifiestan por sus condiciones laborales

Europa/Italia/22 Febrero 2018/Fuente: Hispantv

Crece la precariedad de los docentes, aumenta la edad media y la dificultad de acceso al profesorado. Son solo algunas de las secuelas de la política de desinversión pública en el sector educativo italiano emprendida en los últimos años.

Las condiciones laborales de quienes acuden cada día a las aulas para enseñar han empeorado. La precariedad se instala en el sistema al mismo tiempo que el número de profesores impartiendo se reduce.

Desde distintos puntos de Italia han venido a manifestarse diversos docentes para denunciar su situación. Es el caso de este profesor de música, Fabio y Roberto, que se han visto golpeados en los últimos tiempos en sus centros regionales.

Italia arrastra una década de recortes que ya se ha cobrado el puesto de cinco mil investigadores en los últimos siete años, como se desprende de un último estudio publicado por el Ministerio de Educación. Desde 2010 a 2017, el número de profesores e investigadores en la Universidad disminuyó en casi el 8 %. Además…

Una edad que continúa aumentado con el paso de los años. Algo que consideran, dificulta la entrada de los nuevos talentos que están llamando a la puerta. Los sindicatos seguirán con sus reivindicaciones de aquí a los próximos comicios.

Los sindicatos denuncian que Italia haya escogido el camino inverso al recomendado por la Organización para la Cooperación y el Desarrollo Económico (OCDE). En los momentos de mayor crisis, ha optado por recortar recursos del sector educativo.

Fuente: https://www.hispantv.com/noticias/italia/369143/protesta-docentes-precariedad-edad-profesorado

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Italia: Subraya papa Francisco aspectos en la formación escolar.

Europa/Italia/09.01.2018/Autor y Fuente: http://www.prensa-latina.cu
El papa Francisco llamó hoy aquí a prestar atención especial a la educación ecológica, la cultura del encuentro y la relación entre la escuela y la familia en la formación de los alumnos.
En un discurso ante los participantes en el congreso nacional de la Asociación Italiana de Maestros católicos el Sumo Pontífice señaló que no se trata solo de impartir algunas nociones sobre ecología, sino educar en la cultura ‘del cuidado a nuestra casa común que es la creación’.

En ese sentido, criticó lo que consideró un estilo de vida esquizofrénico, el cual protege los animales en extinción, pero ignora los problemas de los ancianos o defiende la selva amazónica, pero descuida el derecho de los trabajadores a un salario justo.

Subrayó que la educación ecológica debe ser integral y puntualizar sobre todo en el sentido de responsabilidad, no en transmitir consignas que otros deben cumplir, ‘sino suscitar el placer de experimentar una ética ecológica a partir de decisiones en la gestión de la vida cotidiana’.

En cuanto a la ‘cultura del encuentro’, el Papa insistió en la necesidad de estimular en los alumnos la apertura a los demás como rostros, personas, hermanos y hermanas a quienes conocer y respetar con sus historias, méritos y defectos, riqueza y limitaciones.

La apuesta -apuntó- es cooperar para formar jóvenes abiertos e interesados en la realidad que les circunda, capaces de generar afecto y ternura, libres del prejuicio extendido según el cual, para valer es necesario ser competitivo, agresivo, duro con los demás, especialmente hacia quien sea diferente.

Por otra parte, se refirió al deterioro del vínculo entre la escuela y la familia, el cual pidió reconstruir teniendo en cuenta los cambios experimentados en ambas partes y ‘renovar el compromiso con una colaboración constructiva’ para bien de los niños y jóvenes.

Fuente: http://www.prensa-latina.cu/index.php?o=rn&id=142896&SEO=subraya-papa-francisco-aspectos-en-la-formacion-escolar
Imagen: http://www.panamaon.com/m/p/770×410/media/files/32673-media.jpg
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Prosigue descenso del hábito de lectura en Italia

Europa/Italia/06 Enero 2017/Fuente: Prensa Latina

El 40,5 por ciento de los italianos mayores de seis años, leyó al menos un libro desligado del ambiente escolar o laboral en 2016 respecto al año precedente, informó hoy el Instituto Nacional de Estadísticas (Istat).
Ese proporción, indica la fuente, equivale a unos 23 millones de personas y fue inferior al 42 por ciento registrado en 2015, como parte de una tendencia iniciada cuatro años antes.

Por géneros, el 47,1 por ciento de las mujeres entrevistadas se declararon lectoras de libros, en comparación con 33,5 los hombres, en tanto el grupo etario donde se concentra la mayor cantidad de aficionados a la lectura es el de 11 a 14 años.

Según el informe publicado por el Istat, existe una relación directamente proporcional entre el nivel educacional y el hábito de lectura, pues si bien el 73,6 por ciento de los graduados universitarios son lectores asiduos, esa cifra se reduce a 48,9 entre los que vencieron cuando más la educación media superior.

La investigación comprobó que en el 9,1 por ciento de los hogares italianos no hay libros y en un 64,4 existen cien como máximo.

Constató además que donde los padres son ambos lectores, el 66,8 por ciento de los hijos entre seis y 18 años lo son también, en comparación con sólo el 30,9 por ciento en los ambientes familiares donde los progenitores no leen libros.

Las regiones del sur registran los más bajos índices con 27,5 por ciento, frente a 48,7 por ciento las del nordeste, mientras que el 39,7 por ciento de los entrevistados atribuyó la escasa inclinación a la lectura al bajo nivel cultural de la población y el 37,7 a deficiencias en las políticas educacionales para estimular la afición por ella.

Fuente: http://www.prensa-latina.cu/index.php?o=rn&id=141376&SEO=prosigue-descenso-del-habito-de-lectura-en-italia
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España: El Ministerio de Educación convoca cerca de 1.000 plazas para docentes en el exterior

España/11 de Diciembre de 2017/El Mundo

El Ministerio de Educación va a reforzar su acción educativa en el exterior con la publicación de tres convocatorias de puestos de trabajo para cerca de 1.000 plazas de docentes de todos los niveles educativos previos a la enseñanza universitaria y de Escuelas Oficiales de Idiomas.

El objetivo es «contar con docentes adecuados para trabajar en entornos educativos diferentes, deseosos de difundir la lengua y la cultura española en otros países a través de la educación y promover la interculturalidad y el plurilingüismo», ha informado en una nota el departamento que dirige Íñigo Méndez de Vigo.

La convocatoria más amplia es la de profesores visitantes en Estados UnidosCanadá Reino Unido, con 777 vacantes para maestros y profesores de Enseñanza Secundaria, sean funcionarios de carrera o no.

Por su parte, la red de centros y programas españoles del Ministerio de Educación en el extranjero necesita 181 funcionarios docentes de carrera para cubrir puestos en 16 países de los cinco continentes: AndorraArgentinaAlemaniaAustraliaBélgicaBrasilColombiaEstados UnidosFranciaIrlandaItaliaLuxemburgoMarruecosPortugalSuiza Reino Unido.

Los profesores seleccionados trabajarán en instituciones educativas variadas como centros españoles en el exterior, secciones en centros de otros Estados, Escuelas Europeas o Agrupaciones de Lengua y Cultura Españolas.

Asimismo, 25 profesores funcionarios de carrera de Enseñanza Secundaria o de Escuela Oficial de Idiomas tendrán la oportunidad de trabajar como asesores técnicos en el exterior, en 15 países tan diversos como Nueva ZelandaFilipinasRusia, o Brasil.

Los docentes que cumplan los requisitos necesarios para cada una de las

convocatorias, podrán participar en las mismas inscribiéndose en la sede electrónica del Ministerio de Educación. El plazo para presentación de solicitudes para Profesores Visitantes vence el 14 de diciembre y el de Docentes y Asesores en el Exterior el 21 de diciembre.

117 plazas de profesorado en la UNED

Además, el Gobierno ha autorizado a la Universidad Nacional de Educación a Distancia (UNED) a convocar la Oferta de Empleo Público de personal docente e investigador correspondiente a 2017 con un total de 117 plazas, de las que 70 son para profesor contratado doctor y 47 de profesor titular.

La validez de la autorización de esta oferta por parte del Consejo de Ministrosestá condicionada a que se apruebe en el Consejo de Gobierno de la UNED, que se reúne el próximo día 12, y a que posteriormente se publique en el BOE antes de que finalice el año, ha informado en una nota el Ministerio de Educación.

Esta oferta responde a los criterios de la Ley de Presupuestos Generales del Estado que fija hasta un máximo del 100% en la tasa de reposición de efectivos para cuerpos de catedráticos, profesores titulares de Universidad y contratados

doctores.

La Ley también obliga a cada universidad a reservar el 15% del total de plazas que oferte para personal investigador doctor que haya finalizado el Programa Ramón y Cajal con certificado I3.

Así, de las 47 plazas destinadas a profesor titular de Universidad, dos estarán ocupadas por investigadores de dicho programa y de las 70 plazas autorizadas en la categoría de profesor contratado doctor, la reserva será de 11 plazas.

La oferta de empleo público autorizada acumula la tasa correspondiente a las

lazas de personal administrativo a las de personal docente investigador, de tal forma que ésta se compone exclusivamente de profesorado.

Ello se justifica por la necesidad de la UNED de abordar la falta de docentes para la impartición de determinadas titulaciones de grado y máster cuya implantación comienza en este curso académico, así como de aquellas otras titulaciones con volúmenes elevados de estudiantes cuyos equipos docentes se han visto mermados por el elevado número de jubilaciones acaecidas desde 2016.

Fuente: http://www.elmundo.es/espana/2017/12/07/5a294561ca474154038b4636.html

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