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Italia; Giannini: “Al via Piano da 325 milioni per la formazione dei docenti. Valorizzare la crescita professionale degli insegnanti è uno dei pilastri per il miglioramento del sistema”

Italia/Roma/MINed

piano-per-la-formazione-dei-docenti-il-documento-1-638Resumen: La mayor asignación de recursos históricamente destinada a ofrecer una mayor calidad en la formación de las y los docentes en nueve prioridades nacionales de formación, son las principales novedades del plan nacional para la formación docente presentados esta semana por el Ministerio de Educación, Universidad e Investigación,  por la ministra Stefania Giannini a la presencia de tres invitados internacionales: Andreas Schleicher , jefe de la Dirección de Educación de la ‘ OCDE , Jordan Naidoo , director de la División de Educación en 2030 Apoyo y Coordinación de la ‘ Unesco , y Oon Tan Seng , director del Instituto Nacional de Educación de Singapur. El Plan lanzado tiene una inversión de 325 millones de euros para la formación permanente de los profesores, que se convierte en obligatoria y permanente como se esperaba en la ley  por la buena escuela . A estos recursos se suman los 1,1 millones de dólares de la tarjeta maestra , para un total de 1.4 mil millones asignados en el período 2016/2019 para la actualización y el desarrollo profesional de los maestros. Estarán involucrados en el plan de formación todos los profesores, para un total de alrededor de 750.000 , por lo que se pretende ofrecer actividades de formación para todo el personal escolar. Son Nueve las prioridades temáticas : la alfabetización digital, los idiomas, el trabajo por la alternancia de inclusión escolar, la prevención de los problemas de la juventud, la enseñanza de la autonomía. La calidad de los cursos se realizará mediante nuevos procedimientos de acreditación a nivel nacional de proveedores de formación que también le permitirá controlar el estándar ofrecido. Se hizo una inversión específica en la investigación en este campo para facilitar la financiación, recogida y difusión de las mejores inicio educativa

Più risorse rispetto al passato, una maggiore qualità dei percorsi formativi, nove priorità nazionali di formazione individuate dal Ministero da declinare all’interno di percorsi personalizzati per ciascun docente. Sono le principali novità del Piano nazionale per la formazione degli insegnanti presentato oggi dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini alla presenza di  tre ospiti internazionali: Andreas Schleicher, Direttore del Directorate of Education dell’Ocse, Jordan Naidoo, Direttore della Divisione Education 2030 Support and Coordination dell’Unesco, e Oon Seng Tan, Direttore del National Institute of Education di Singapore. Al centro della mattinata, il dibattito sull’importanza della crescita professionale dei docenti come pilastro del miglioramento dei sistemi educativi.
Il Piano lanciato oggi prevede un investimento di 325 milioni di euro per la formazione in servizio degli insegnanti, che diventa obbligatoria e permanente come previsto dalla legge Buona Scuola. A queste risorse si aggiungono gli 1,1 miliardi della Carta del docente, per un totale di 1,4 miliardi stanziati nel periodo 2016/2019 per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale del corpo insegnante. Saranno coinvolti nel Piano di formazione tutti i docenti di ruolo, per un totale di circa 750.000, e sono previste azioni formative per tutto il personale scolastico.Nove le priorità tematiche: dal digitale, alle lingue, dall’alternanza scuola lavoro all’inclusione, alla prevenzione del disagio giovanile, all’autonomia didattica. La qualità dei percorsi sarà assicurata attraverso nuove procedure di accreditamento a livello nazionale dei soggetti erogatori che consentiranno anche di monitorare gli standard offerti. Sarà fatto un investimento specifico sulla ricerca in questo campo per favorire il finanziamento, la raccolta e diffusione delle migliori startup formative. Le migliori pratiche formative, grazie alla collaborazione con INDIRE (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa), saranno inoltre raccolte in una biblioteca delle innovazioni. Ogni docente avrà un proprio Piano di formazione individuale che entrerà a far parte di unportfolio digitale contenente la storia formativa e professionale dell’insegnante. I bisogni di formazione individuale confluiranno nel Piano di ciascuna scuola: la formazione diventa infatti uno dei cardini del miglioramento dell’offerta formativa. Fra i pilastri del Piano, la formazione sulle lingue, che coinvolgerà 130.000 insegnanti prevedendo l’innalzamento del livello di competenza linguistica e percorsi sulla metodologia CLIL.
“Il Piano che presentiamo oggi ci allinea ai migliori standard internazionali. Si tratta di un Piano organico, immediatamente attuabile, che mette al centro lo sviluppo della professionalità dei nostri insegnanti”, ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini. “Con la Buona Scuola investiamo finalmente nel nostro capitale umano. Fino ad oggi i docenti sono stati destinatari di azioni di formazione frammentate, senza un framework di lavoro e priorità nazionali di riferimento. Alla formazione venivano destinate risorse limitate. L’inversione di tendenza è netta: nel triennio 2013-2016 sono stati investiti su questo capitolo appena 18,5 milioni. Oggi ne investiamo 325, solo per i percorsi di formazione. Un sistema educativo di qualità non può prescindere dallo sviluppo professionale dei propri docenti – ha proseguito il Ministro -. Si tratta di un obiettivo strategico essenziale. Siamo davanti ad un cambio di paradigma culturale: da oggi ciascun docente sarà inserito in un percorso di miglioramento lungo tutto l’arco delle sua vita professionale. Abbiamo immaginato la formazione in servizio come un ambiente di apprendimento permanente, un sistema di opportunità di crescita costante per l’intera comunità scolastica”.
“Il lancio di questo Piano rappresenta per l’Italia un traguardo importante nelle politiche di miglioramento del sistema scolastico. L’approccio più sistematico sulla formazione è di buon auspicio per lo sviluppo della professione docente. Il Piano farà crescere la qualità dell’insegnamento e avrà ricadute positive su scuole e studenti”, ha sottolineato Oon Seng Tan, Direttore dell’Institute of Education di Singapore.

“La qualità dell’istruzione non può mai prescindere da quella dei docenti. Proprio per questo le aspettative nei confronti degli insegnanti sono molto alte. Ci aspettiamo che abbiano una profonda conoscenza di ciò che insegnano, che siano appassionati, che sappiano coinvolgere gli studenti, che sappiano rispondere ai loro differenti bisogni, che promuovano l’inclusione e la coesione sociale, che lavorino in team e siano collaborativi con le altre scuole e con le famiglie. Ma per raggiungere questi obiettivi, il sistema di istruzione deve porre la massima attenzione a come i docenti vengono reclutati, alla loro formazione iniziale, alla formazione in servizio, a come premiare i migliori, ma anche sostenere quelli che stanno cercando di migliorare”, ha aggiunto Andreas Schleicher.

Presente anche l’Unesco, nella persona di Jordan Naidoo, Direttore della Education 2030 Support and Coordination Division. “Questo Piano rappresenta un passo avanti fondamentale per il sistema educativo italiano e per gli obiettivi che, globalmente, l’UNESCO conduce per il rafforzamento della professione docente nel mondo”, ha spiegato Naidoo. “Un miglior allineamento tra il sistema educativo italiano e standard internazionali non potrà che portare a una collaborazione più forte tra Governo Italiano e Unesco”.
Il Piano, ecco cosa cambia
La formazione (comma 124 della legge Buona Scuola) diventa “obbligatoria, permanente e strutturale”. Tutti i 750.000 docenti di ruolo saranno coinvolti.
Il Piano definisce con chiarezza gli obiettivi per il prossimo triennio. Per la prima volta sono previste 9 priorità tematiche nazionali per la formazione:

  • Lingue straniere;
  • Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento;
  • Scuola e lavoro;
  • Autonomia didattica e organizzativa;
  • Valutazione e miglioramento;
  • Didattica per competenze e innovazione metodologica;
  • Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale;
  • Inclusione e disabilità;
  • Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile.

Il Miur assume la regia nazionale della formazione: stabilisce le priorità, ripartisce le risorse, monitora i risultati delle attività, sviluppa accordi nazionali con partner della formazione. Le scuole, sulla base delle esigenze formative espresse dai singoli docenti attraverso i Piani individuali di formazione, progetteranno eorganizzeranno, anche in reti di scuole, la formazione del personale. Ogni docente avrà un portfolio digitale che raccoglierà esperienze professionali, qualifiche, certificazioni, attività di ricerca e pubblicazioni, storia formativa. Le attività formative saranno incardinate nel Piano dell’Offerta e saranno perciò coerenti con il progetto didattico di ciascun istituto. La formazione potrà svolgersi in modo diversificato: con lezioni in presenza o a distanza, attraverso una documentata sperimentazione didattica, attraverso la progettazione.
Saranno finanziate le migliori ‘startup della formazione’: il Miur promuoverà la ricerca, la sperimentazione, incentivandole a lavorare insieme a strutture scientifiche e professionali per la costruzione di percorsi innovativi di formazione. In collaborazione con INDIRE sarà realizzata una Biblioteca digitale scientificamente documentata delle migliori attività didattiche e formative.

Fuente: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs0

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Los centros de acogida de migrantes en Italia al borde de la implosión

Italia/06 octubre 2016/Fuente: El Mostrador

La llegada constante de migrantes a Italia y el cierre de las fronteras en el norte de Europa ha provocado una crisis en los centros de acogida de la península, los cuales están desbordados, en tanto han dejado de recibir fondos desde hace meses.

Desde el comienzo de este año, Italia ha recibido 132.000 migrantes, casi todos provenientes de África, un flujo comparable al total en cada uno de los dos años anteriores (138.000 en 2014, 129.500 en 2015).

Si bien en el pasado buena parte de ellos continuaba su ruta hacia el norte de Europa, la creación de centros para identificarlos y el aumento de controles en las fronteras con Francia, Suiza y Austria, terminaron por bloquear a una buena mayoría de ellos en la península.

Las instalaciones habilitadas, que en 2013 albergaban a unas 22.000 personas, en 2014 pasaron a recibir a 66.000 y en 2015 alcanzaron a las 103.000.

Esta semana se llegó al récord de 160.000, cifra a la que hay que sumar más de 15.000 menores de edad no acompañados.

El ministro del Interior italiano, Angelino Alfano, va a presentar la próxima semana un nuevo plan de distribución de estos centros por todo el país, con el objetivo de alcanzar un promedio de 2,5 solicitudes de asilo por cada 1.000 habitantes.

Los centros existentes en su gran mayoría son administrados por cooperativas o asociaciones a las que el Estado se ha comprometido a pagar una media de 25 a 35 euros por día por persona, para cubrir los gastos de comida, alojamiento, ropa, asistencia jurídica y psicológica.

El problema que padecen ahora es que el Estado dejó de pagar.

Según Confcooperative, una red que agrupa a unas 200 instalaciones en todo el país, y que aloja a unos 35.000 migrantes, el retraso en los pagos es de unos 10 meses en Sicilia (Sur), de 4 a 6 meses en Lazio (centro) y de 4 meses en Lombardía (norte).

La Cruz Roja Italiana, que maneja cerca de 70 centros de alojamiento de varios tipos, reconoció que no recibe dinero desde hace meses.

«Estamos hablando de millones de euros. La situación es muy difícil», explicó a la AFP el presidente de la misma, Francesco Rocca.

«Si el retraso es un asunto administrativo, lo entendemos. Pero si es por razones políticas, la cuestión es grave», advierte.

El presupuesto para la recepción de migrantes, que superó los mil millones de euros en 2015, se renovó parcialmente para este año.

Según la prensa italiana, faltan 600 millones de euros para pagar las deudas existentes, y unos 400 millones para los gastos del año que está por terminar.

«El problema de los recursos es cierto. Hay que reponer las arcas para poder pagar a nuestros acreedores (…). Cuando el ministerio de Hacienda nos asigne el dinero, vamos a saldar» la deuda, prometió Alfano.

En su continua batalla con la Unión Europa (UE) por la estabilidad presupuestaria, el primer ministro, Matteo Renzi, a menudo evoca los altos gastos que Italia tiene para hacer frente al fenómeno de la migración y por ello exige una mayor flexibilidad.

«Europa tiene una enorme deuda con Italia. Nosotros gastamos todo lo necesario para hacer frente a ello», repitió de nuevo el martes.

Interrogado por la AFP sobre el tema, ni el ministerio de Hacienda ni la oficina de prensa de Renzi respondieron.

Si bien los retrasos en los pagos es un fenómeno crónico dentro de la administración italiana, la situación se vuelve crítica para muchas estructuras pequeñas.

Es el caso de Oasi Don Bosco, en Catania (sur), donde un hotel convertido en 2015 en centro de acogida para 112 personas está saturado.

A pedido de la prefectura, el director del centro, Francesco Magnano, amplió su capacidad, añadió camas en las habitaciones, y en mayo lo convirtió en centro para menores no acompañados, cuyo número crece constantemente.

Hoy en día garantiza alojamiento y sostén a 160 jóvenes de 15, 16 y 17 años y ofrece trabajo a 27 personas, entre profesores, maestros, enfermeras, cocinero, etc., sin que haya recibido fondos públicos desde marzo.

Fuente noticia: http://www.lainformacion.com/educacion/escuelas/centros-acogida-migrantes-Italia-implosion_0_958105405.html

Fuente imagen: http://globedia.com/imagenes/noticias/2016/9/29/centros-acogida-migrantes-italia-borde-implosion_1_2400312.jpg

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Un bocadillo de atún reabre en Italia la batalla entre padres y escuelas sobre el veto a llevar comida de casa

Europa/Italia/24 Septiembre 2016/Fuente: El Mundo

«Nadie en Milán puede tener una comida traída de casa dentro de las instalaciones de la escuela»

En Italia el servicio de comedor va desde los 0,20 euros a los 7 por comida

Un bocadillo de atún con pan integral y rodajas de tomate ha reabierto una de las polémicas que más enfrenta a padres y escuelas en Italia. El bocadillo en cuestión no tenía ningún problema, a excepción de que provenía de casa.

La legislación italiana prohíbe llevar alimentos de casa, conocidos como schiscetta, a la escuela por motivos higiénico-sanitarios y de control. Según las autoridades, si los niños traen la comida de fuera es más difícil controlar posibles alergias e infecciones.

Razón no les falta. Sin embargo, el caso de una niña de 10 años que fue apartada del resto de niños en el almuerzo por traer su bocadillo de atún ha provocado una nueva batalla entre los padres que abogan porque los niños puedan llevar su comida de casa, los que tienen hijos alérgicos y las autoridades competentes.

«Mi hija estuvo llorando», relata al diario ‘Corriere della Sera’ Marilù Santoiemma, la madre de la pequeña, alumna de un colegio en Milán. El caso de su hija y la decisión de un tribunal de Turín que reconoce el derecho de unos padres a que sus hijos se alimenten de comida casera en el colegio ha provocado la reacción de muchos otros que se ha puesto en pie de guerra y han decidido que sus hijos lleven comida de casa al colegio todos los días.

El día que la hija de Marilú apareció con su schiscetta le dejaron entrar en el comedor, al segundo le ordenaron comer en el aula sola con un cuidador, al tercero a las puertas de la cafetería acompañada por la directora del centro y al siguiente acabaron interviniendo las autoridades municipales.

«Nadie en Milán puede tener una comida traída de casa dentro de las instalaciones de la escuela», advertía la carta enviada por la administración municipal milanesa a todos los colegios, que añadía que la decisión del Tribunal de Turín sólo afectaba a las partes implicadas y en ningún caso podía trasladarse al resto de centros del país.

La responsable de la política alimentaria del municipio de Milán, Anna Scavuzzo, tiene claro que llevar comida de fuera pone es una clara amenaza para la seguridad de los estudiantes. «Si permite a todos llevar su propia comida, ¿cómo podemos estar seguro de que algo no va a pasar?», declaraba. Además, para Scavuzzo el momento del almuerzo es momento para educar sobre la alimentación y la nutrición. «Tienen que aprender a sentarse juntos, tener una alimentación adecuada, segura y ecológica, y no pueden simplemente comer patatas fritas y el chocolate«, añadía.

Por su parte, los padres en contra de esta normativa se quejan de la mala calidad de la comida, de su alto coste y del derecho de los padres. En Italia el servicio demensa scolastica, como se denomina, está cubierto para todos los alumnos que estudien hasta la tarde. El servicio se cobra según la capacidad económica de las familias y suele ir, según informa la BBC, desde los 0,20 euros a los 7 euros por comida.

De momento, la solución no parece vaya a llegar rápido. El colegio ya ha advertido que no puede continuar así y las autoridades insisten en que dejar que se traiga la comida de casa es un peligro para los niños. «¿Libertad de elección? Es mejor luchar por la calidad del servicio», dice una madre al diario italiano.

Fuente: http://www.elmundo.es/sociedad/2016/09/23/57e4f3d4e5fdea45518b4644.html

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Entrevista a Nuccio Ordine: “La escuela está cada vez más enfocada al mercado”

22 septiembre 2016/Por:Tiching /Fuente: blog.tiching

¿Qué importancia tiene la enseñanza en una sociedad que se guía por la política del beneficio?
La escuela y la universidad son elementos fundamentales para la construcción del futuro de un país. Pero por desgracia, la escuela y la universidad están cada vez más enfocadas a los mercados, es decir, se están convirtiendo en empresas que venden productos (diplomas) a determinados clientes (estudiantes). Personalmente pienso que esta lógica es destructiva.

¿Por qué lo cree?
La escuela tiene la obligación de hacer entender a los estudiantes que no deben ir al instituto únicamente para conseguir un diploma, ni a la universidad para tener una licenciatura. La escuela y la universidad nos permiten aprender y mejorar, pero el problema es que no le damos valor al estudio por sí mismo.

¿A qué se refiere?
No estamos formando a ciudadanos con cultura, libres y con capacidad de analizar críticamente la realidad. Por el contrario, estamos pidiendo a estudiantes de 12 y 13 años que elijan la profesión que quieren ejercer en el futuro, centrando su enseñanza en el trabajo y el salario, una clara renuncia a educar a hombres y mujeres libres.

¿Cuál es la consecuencia para la sociedad de que la escuela se convierta en un mercado?
El resultado está claro, las escuelas y las universidades están cada vez más valoradas en base a la lógica del mercado. Pondré un ejemplo práctico sobre mi país, Italia, donde las escuelas han sido abandonadas por el gobierno y a causa de los recortes, algunos institutos han llegado a firmar acuerdos con supermercados. Los institutos compran en estas superficies y, a cambio, se les proporciona unos vales con “regalos” como ordenadores o pizarras digitales. Una serie de objetos necesarios que el gobierno no les puede proporcionar.

¿Qué les estamos enseñando a los estudiantes con este tipo de acuerdos?
Les estamos educando para que sean clientes de grandes superficies y, en consecuencia, para que sean víctimas de la publicidad. Pero debería ser al revés, la escuela debería representar una forma de resistencia a la lógica del dinero. El colegio tendría que hacer entender a los jóvenes que la dignidad humana no se puede medir por el dinero que tenemos en la cuenta corriente, sino que lo más importante son los valores que podemos abrazar como la honestidad, el respecto a los demás, la tolerancia, el amor por el bien común o el respeto por la justicia. Estos valores desgraciadamente, hoy no son prioritarios.

En su opinión, ¿cuáles son los conocimientos que se deberían enseñar en las escuelas y que no se están priorizando?
Actualmente  todo aquello que no genera beneficio está considerado inútil. Las lenguas antiguas están desapareciendo de la enseñanza. Cada vez se abandona más el estudio del griego, el latín, la historia del arte, la literatura o la filosofía, en favor de disciplinas como la economía o el derecho, unas materias que tienen más gancho para el mundo laboral.

¿Cuáles son las consecuencias de este abandono?
Si renunciamos a la enseñanza de las materias humanísticas, perderemos nuestra identidad. Si no conocemos el pasado, no podemos entender el presente, y nos resultará muy difícil prever el futuro. No es casualidad que en el Olimpo de los Dioses, la Diosa de la memoria fuera la madre de las nueve musas, de todas las sabidurías.

¿Cree que materias como la filosofía se están enseñando de forma correcta en las escuelas?
Esta es una buena pregunta. El enfoque de la escuela actual está alejando a los jóvenes del saber debido a que ya no se leen los clásicos. Pienso que necesitamos empezar a enseñar a partir de los clásicos, ya que si están bien explicados, no sólo nos permiten comprender la realidad o el contexto en el que vivió el autor, sino que también nos proporcionan respuestas a preguntas actuales.

¿Cómo cree que los profesores pueden hacer entender a sus estudiantes la importancia de materias como la filosofía o la literatura?
Todas las reformas que en algunos países europeos se están implementando no tienen en cuenta que la buena escuela la hacen única y exclusivamente los buenos profesores. Si hemos estimado la literatura, la filosofía, la historia del arte o las matemáticas, no es por herencia biológica, sino porque hemos tenido la suerte de tener un buen profesor que nos ha hecho apreciarlas.

Por tanto, necesitamos profesores con pasión.
Sí, pero también profesores que sean estudiantes eternos. Si un docente no se recicla y no explica a los alumnos los clásicos con las competencias adecuadas, está claro que los estudiantes no podrán apreciar aquella disciplina. Un buen profesor es aquel que hace ver a sus alumnos que no deben estudiar para aprobar la asignatura o tener un diploma, sino para aprender a vivir y a entender mejor el mundo.

¿Cree que los gobiernos están dando suficiente importancia a la educación?
Cada año se reducen los fondos gubernamentales destinados a las universidades, las escuelas e investigaciones científicas. Los gobiernos se justifican diciendo que no hay dinero, que estamos en época de crisis, pero esto es falso. Los mandatarios están destinando mucho dinero a luchar especialmente contra la corrupción y la evasión fiscal. Si todos los ciudadanos fueran personas honradas que no se dejaran corromper y que pagaran sus impuestos, los gobiernos podrían financiar las escuelas y las universidades y fomentar la cultura en general.

¿Pero cómo se puede luchar contra la corrupción?
La corrupción no se vence únicamente aplicando leyes. Se combate reforzando la educación, formando las nuevas generaciones con valores como el bien común. Pero el sistema actual se contradice. Para solucionar el problema de la corrupción se tendrían que reforzar las escuelas y la universidad y, en cambio, lo que se hace es debilitarlas.

Internet ha aportado mucha información pero no necesariamente conocimiento. ¿Qué papel debería tener los docentes y la escuela en este contexto?
El tema de internet es muy importante. En Italia, mientras las instalaciones escolares se están cayendo, el gobierno ha invertido millones de euros en proporcionar nuevas tecnologías para la escuela digital. Pero es una visión completamente errónea del problema. La escuela moderna no enseña gracias a Internet sino gracias al trabajo de los buenos profesores. Internet está pensado para quien sabe, no para quien no sabe.

¿Qué opinión le merece la educación digital actual?
Considero que los jóvenes están recibiendo una educación muy enfocada al mundo virtual. La escuela debería ser un lugar donde se desintoxicaran, en la que se les pudiera proporcionar una visión alternativa. En cambio, lo que hacemos es alentar cada vez más a los estudiantes a usar las herramientas digitales olvidando que internet o los ordenadores son simplemente instrumentos.

¿Qué valores y conocimientos cree que debería recuperar la escuela?
Ha de recuperar su valor esencial: formar a seres humanos con cultura, a personas con capacidad para abrazar la solidaridad humana, de razonar con espíritu crítico. La escuela debería ser un gimnasio de resistencia a los valores falsos de la sociedad y al utilitarismo, para intentar hacer entender a los jóvenes que no todo se puede comprar y que el conocimiento no se adquiere con dinero. Se debe enseñar el valor del conocimiento y evitar formar personas acríticas que se creen cualquier argumento que el poder les ofrece.

Fuente: http://blog.tiching.com/nuccio-ordine-la-escuela-esta-cada-vez-mas-enfocada-al-mercado/

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Italia: protestas contra reforma educativa de Renzi terminan con disturbios

Italia/Septiembre de 2016/Actualidad

En la ciudad italiana de Nápoles, las protestas contra la visita del primer ministro Mateo Renzi terminan con choques entre manifestantes y la policía. Los presentes, en su mayoría militantes de izquierda, expresaban su descontento con las reformas educativas impulsadas por el gobierno. Afirman que las medidas propuestas por Renzi incluyen recortes y austeridad. Los disturbios iniciaron cuando un grupo de personas violentaron el cordón policial, lanzando cestos de basura y otros objetos.

Fuente: https://actualidad.rt.com/video/218638-italia-protestas-reforma-educativa-renzi

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Italia: Los niños de Amatrice empezaron el colegio en módulos tras el terremoto

Italia/15 septiembre 2016/ Fuente: Noticias 24

Unos 170 niños de Amatrice y Accumoli, dos de las localidades más afectadas por el terremoto del pasado 24 de agosto en el centro de Italia, pudieron hoy comenzar el año escolar gracias a la instalación de algunos módulos, ya que sus colegios quedaron completamente destrozados.

En Villa San Cipriano, una pedanía de Amatrice, se instalaron en una semana 12 aulas de 35 metros cuadrados y otros módulos para secretaría, donde asistirán 170 niños de educación primaria, secundaria y algunos alumnos de instituto.

El número de inscritos en el colegio de Villa San Cipriano ha crecido en las últimos días después del empeño de los profesores, que han llamado una a una a las familias de Amatrice y las zonas afectadas para que trajesen a este centro a sus hijos.

En el pasado año escolar, eran 269 los alumnos inscritos en el colegio “Capranica” de Amatrice, que quedó completamente destrozado tras el terremoto.

A la inauguración de estos módulos, que han sido donados por la provincia de Trento (norte) e instalados por la Protección Civil, acudió la ministra de Educación italiana, Stefania Giannini.

La Protección Civil ha conseguido en pocos días instalar los módulos, pintarlos de vivos colores y realizar incluso un parque con columpios para el momento del recreo.

“Estoy muy feliz y conmovida porque comienza el colegio. Lo habíamos dicho el 27 de agosto y con el empeño de todos hemos podido realizar un medio milagro”, declaró la ministra de Educación.

El delegado extraordinario nombrado para vigilar la reconstrucción tras el terremoto, Vasco Errani, destacó la importancia de este momento pues “el colegio es el alma de la comunidad”.

El alcalde de Amatrice, Sergio Pirozzi, afirmó que hasta hace tres semanas aquí existía “uno de los pueblos más bonitos de Italia” y que era “tan importante comenzar por el colegio, porque es la pieza fundamental para que este pueblo vuelva a ser el que era”.

El presidente del Gobierno italiano, Matteo Renzi, escribió en su cuenta de Twitter: “Gracias a quien ha hecho posible la apertura del colegio en Amatrice hoy. Estamos solo al inicio y aún queda mucho, pero hoy gracias”.

El terremoto de la madrugada del pasado 24 de agosto ha dejado destruidos enteros municipios del centro de Italia como Amatrice, donde vivían 2.600 personas, y causó 295 muertos.

Foto: EFE

Foto: EFE

Foto: EFE

Foto: EFE

Foto: EFE

Foto: EFE

Fuente: http://www.noticias24.com/internacionales/noticia/118334/los-ninos-de-amatrice-empezaron-el-colegio-en-modulos-tras-el-terremoto-en-italia/

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Libro: la pedagogia del caracol: por una escuela lenta y no violenta

 Europa/Italia/Septiembre 2016/Reseña/http://www.casadellibro.com/
Resumen:
Vivimos en la época del tiempo sin espera. Las teorías psicológicas están de acuerdo en que una de las diferencias entre niños y adultos reside en el hecho de que los niños viven según el principio del placer (“todo y ahora”), mientras que los adultos viven según el principio de la realidad (“saber hacer sacrificios hoy para disfrutar mañana”). Yo diría que en la actualidad, los adultos, también en parte a causa de la sociedad del consumismo exacerbado, viven exactamente como los niños, según la modalidad del “lo quiero todo ahora mismo”. ¿Sabremos, entonces, volver a encontrar los tiempos naturales? ¿Sabremos esperar una carta? ¿Sabremos plantar una bellota o una castaña con la certeza de que serán los hijos de los hijos de nuestros hijos quienes disfrutarán de su majestuosidad secular? ¿De verdad sabremos esperar?
Fuente:
http://www.casadellibro.com/libro-la-pedagogia-del-caracol-por-una-escuela-lenta-y-no-violenta/9788499800370/1833645
Fuente imagen

https://lh3.googleusercontent.com/OdcWeOzMd6hGjlDjvcvgCTvbSq5yzsu1lWiPUAozneaC37vUsqEXUqeUTKk-EE7KrhXRXA=s85
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