Europa/Italia/02 de julio 2016/www.lugonotizie.it/http:/
Resumen :
La vacuna debe convertirse restricción para el acceso a los nidos. Bonaccini: «Nos preocupan por la salud de los niños, comenzando por los más débiles y los más frágiles.» En Emilia Romagna por más de dos puntos porcentuales en dos años de los niños vacunados
Señalan que cambiar el mundo del trabajo, el cambio de las familias, que exigen una mayor flexibilidad en los servicios educativos para la primera infancia. Se va en este sentido el proyecto de ley que el Consejo Regional de Emilia Romagna revisará el próximo lunes, y la reforma del sistema educativo en Emilia-Romaña para el grupo de edad de 0 a 3 años, superando a la legislación vigente, en 2000, nació en un contexto económico y social muy diferente a la de hoy.«Hay tres líneas de acción – según una nota de la región -: mayor flexibilidad de organización de los servicios, un sistema de acreditación de los establecimientos educativos simples, la introducción de la vacunación obligatoria contra la poliomielitis, la difteria, el tétanos y la hepatitis B para inscribirse.Otras medidas importantes incluidas en la medida son la evaluación de la calidad, la mejora de la formación y el proyecto educativo, lo que simplifica la distribución de los recursos para la gestión y calificación de los servicios que son asignados directamente por la Región de los municipios o sus uniones .»Con esta medida – El presidente de la Región, Stefano Bonaccini – seguimos otra promesa que habíamos hecho al principio del término: introducir un proyecto de ley que garantiza y mejora la calidad del servicio educativo 0/3 años, . que es una pluma en nuestra gorra, siempre explicar las razones que inspiraron la medida, el presidente ha destacado que «en nuestra región hay dos aspectos importantes: el alto porcentaje de acogida de los niños en los nidos y empleos las mujeres. creo que esta medida va en la dirección de una respuesta positiva a estas cuestiones, lo que refuerza las oportunidades y satisfacer las necesidades de una sociedad que ha cambiado significativamente en los últimos años. al mismo tiempo, mantener la calidad del servicio y darle la oportunidad de crear nuevos puestos de trabajo «en cuanto a la vacunación obligatoria, Bonaccini dijo que» el supuesto es claro:. nos preocupa la salud de los niños, comenzando por los más débiles y los más frágiles. Hay que proteger, que es nuestro deber, los niños inmunocomprometidos, que sufren de enfermedades graves, pacientes con cáncer: la vacunación de todo, también se protegen ellos, lo que tiene aún más necesidad. No queremos poner limitaciones innecesarias, sino en la Bonaccini–llegado a la conclusión opuesta, asegurando el máximo de salud para nuestra comunidad. Somos la primera región y que hacemos y lo hacemos con conviccion ¿Por qué esta elección «Porque los niños? – Dice el sitio web de la región – que viven en comunidades donde la tasa de vacunación es baja son aún más riesgo de contraer la enfermedad, ya que existe una mayor circulación del agente infeccioso . a la luz de todo esto, es importante vacunar a proteger a todos los niños, y más aún el más débil (inmunodeprimidos, con enfermedades crónicas graves, que sufren de tumores): para ellos la oportunidad única de asistir a la comunidad es que todos los demás están vacunados, para prevenir enfermedades circulan y pueden llegar a ellos En la cobertura de Emilia-Romagna para todas las vacunas, que siempre ha sido muy bueno, uno de los mejores de Italia. En particular, en lo relativo a las cubiertas preceptiva, hasta la década de 2000, que superó el 98%. Entre 2009 y 2010 se comenzó un declive gradual, que fue especialmente pronunciada a partir de 2013 hasta la actualidad, pasando de 95,7% (en 2013) al 93,4% en 2015, con una pérdida de más de dos puntos porcentuales en tan sólo dos años.201
Fuente: http://www.lugonotizie.it/articoli/2016/07/02/riforma-regionale-dei-servizi-educativi-0-3-anni-flessibilit-qualit-e-vaccini-obbligatori.html
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L’obbligo vaccinale diventa vincolo per l’accesso ai nidi. Bonaccini: “Abbiamo a cuore la salute dei bambini, a partire dai più deboli e dai più fragili”. In Emilia Romagna calo di oltre due punti percentuali in due anni dei bimbi vaccinati
Cambia il mondo del lavoro, cambiano le famiglie, che chiedono una maggiore flessibilità nei servizi educativi per la prima infanzia. Va in questa direzione il progetto di legge che la Giunta regionale dell’Emilia ROmagna esaminerà lunedì prossimo, e che riforma il sistema educativo emiliano-romagnolo per la fascia di età da 0 a 3 anni, superando l’attuale normativa, del 2000, nata in un contesto economico e sociale assai diverso da quello di oggi.
«Tre sono gli assi di intervento – spiega una nota della Regione – : maggiore flessibilità organizzativa dei servizi, un sistema di accreditamento delle strutture educative semplice, introduzione della obbligatorietà delle vaccinazioni contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B per l’iscrizione.
Il progetto disegna una legge-cornice, che recepisce le novità introdotte dalla riforma nazionale (legge 107/2015) e che, insieme alla direttiva sull’organizzazione e il funzionamento che la completerà, punta ad andare incontro alle esigenze di un mondo del lavoro diverso dal passato, senza arretrare in nessun modo sulla qualità dei servizi erogati.
La riforma istituisce anche un sistema di accreditamento per i servizi educativi: chi vorrà ricevere finanziamenti pubblici potrà contare su un percorso più snello, assai diverso da quello vigente nel sistema socio-sanitario. Alle strutture che vogliono accreditarsi sarà infatti richiesto soltanto il progetto pedagogico, la presenza di un coordinatore pedagogico di riferimento e uno strumento di autovalutazione della propria attività. Dal punto di vista della salute, il progetto di legge introduce il rispetto degli obblighi vaccinali per difterite, tetano, poliomielite ed epatite B. E questo sarà un vincolo per l’ammissione ai servizi educativi per la fascia di età 0-3 anni.
Altre importanti misure contenute nel provvedimento sono la valutazione della qualità dell’offerta, la valorizzazione della formazione e del progetto pedagogico, la semplificazione della distribuzione delle risorse per la gestione e la qualificazione dei servizi, che vengono direttamente assegnate dalla Regione ai Comuni o loro Unioni.
«Con questo provvedimento – ha dichiarato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – teniamo fede a un’altra promessa che avevamo fatto a inizio legislatura: presentiamo un progetto di legge che garantisce e accresce l’altissima qualità del servizio educativo 0/3 anni, che è un nostro fiore all’occhiello, da sempre. Spiegando le ragioni che hanno ispirato il provvedimento, il presidente ha sottolineato che “nella nostra regione vi sono due aspetti rilevanti: l’alta percentuale di accoglienza dei bimbi nei nidi e l’occupazione femminile. Credo che questo provvedimento vada nella direzione di rispondere positivamente a questi temi, rafforzando le opportunità e rispondendo alle esigenze di una società che è profondamente cambiata negli ultimi anni. Allo stesso tempo, manteniamo molto alta la qualità dei servizi e diamo la possibilità di creare nuovi posti di lavoro”. Per quanto riguarda l’obbligatorietà delle vaccinazioni, Bonaccini ha detto che “il presupposto è chiaro: abbiamo a cuore la salute dei bambini, a partire dai più deboli e dai più fragili. Dobbiamo tutelare, è nostro dovere, i bambini immunodepressi, affetti da gravi patologie, malati di tumore: vaccinando tutti proteggiamo anche loro, che ne hanno ancora più bisogno. Non vogliamo mettere vincoli inutili ma, al contrario- ha concluso Bonaccini-, garantire il massimo della salute alla nostra comunità. Siamo la prima Regione e farlo e lo facciamo con convinzione”.
Il sistema educativo in Emilia-Romagna
Come riporta il sito della Regione, il sistema dei servizi educativi per la prima infanzia in Emilia-Romagna è rappresentato da nidi d’infanzia che possono accogliere bambini in età 3 – 36 mesi, sia a tempo pieno che a tempo parziale, organizzati con modalità diversificate in riferimento sia ai tempi di apertura (tempo pieno e part-time) sia alla loro ricettività; dai servizi domiciliari organizzati in piccoli gruppi educativi; da quelli integrativi, come lo Spazio bambini e i Centri per bambini e genitori.
Secondo i dati regionali riferiti all’anno educativo 2014-2015 in Emilia-Romagna i bambini iscritti nei 1.214 servizi educativi della regione sono 33.140, di cui l’82% frequenta i 997 nidi, nidi aziendali, micronidi e sezioni primavera e il restante 7% frequenta i 137 servizi integrativi e gli 80 servizi domiciliari e sperimentali.
Vaccini: una tutela per il singolo e per la comunità
Il progetto di legge – all’articolo 6, comma 2 – introduce quindi il rispetto degli obblighi vaccinali per quelli già considerati obbligatori. Un apposito provvedimento della Giunta regionale darà attuazione a quanto disposto dal progetto di legge.
Perché questa scelta? «Perché i bimbi – si legge nel sito della Regione – che vivono in comunità dove il tasso di vaccinazione è basso corrono un rischio ancora più elevato di contrarre le malattie, dal momento che vi è una maggiore circolazione dell’agente infettivo. Alla luce di tutto questo è importante vaccinare per proteggere tutti i bimbi, e a maggior ragione i più deboli (immunodepressi, con gravi patologie croniche, affetti da tumori): per loro l’unica possibilità di frequentare la collettività è che tutti gli altri siano vaccinati, per evitare che le malattie circolino e possano raggiungerli».
Riforma nidi, dati sui vaccinati. La copertura in Emilia-Romagna: un calo di oltre due punti percentuali in due anni
La percentuale di vaccinati che garantisce la miglior protezione a tutta la popolazione deve attestarsi al di sopra del 95%.
In Emilia-Romagna la copertura, per tutte le vaccinazioni, è sempre stata molto buona, una delle migliori in Italia. In particolare per le obbligatorie le coperture, fino agli inizi degli anni 2000, superavano il 98%. Fra il 2009 e il 2010 è iniziata una graduale diminuzione, che si è accentuata particolarmente dal 2013 a oggi, passando dal 95,7% (nel 2013) al 93,4% nel 2015, con una perdita di oltre due punti percentuali in soli due anni. In alcune aree della regione poi, in particolare nel riminese, le coperture sono al di sotto del 90% (87,5% nel 2015).